Artistica
Ginnastica artistica, Italia attanagliata dall’eterno rebus: gara a squadre o specialisti? I Mondiali portano il pass, si riflette per le Olimpiadi
Qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024, ottavo posto nella gara a squadre, sesta piazza nel concorso generale individuale e una Finale di Specialità. Questo è il bottino che l’Italia ha saputo raccogliere nel settore maschile ai Mondiali 2023 di ginnastica artistica. La nostra Nazionale si era presentata allo Sportpaleis di Anversa dopo aver vinto gli Europei in primavera e forti del quarto posto ottenuto nel team event della precedente rassegna iridata.
I Moschettieri sono ormai solidi ai vertici della Polvere di Magnesio internazionale e negli ultimi due anni hanno ribadito la propria caratura in più occasioni, palesando una crescita esponenziale rispetto al recente passato. Il ritorno ai Giochi dopo addirittura dodici anni di digiuno è da festeggiare in maniera rimarchevole: dopo il flop totale dei Mondiali 2015 (addirittura fuori dalle migliori 16 compagini…) che costò l’assenza a Rio 2016 e l’amarezza per i pochi decimi che separarono dal biglietto per Tokyo 2020, finalmente il gruppo è riuscito a prendersi quello che meritava e ora andrà nella capitale francese per recitare un ruolo da protagonista.
L’ottavo posto in finale è stato condizionato da due rotazioni poco brillanti tra parallele pari e cavallo con maniglie, con nel mezzo anche una sbarra non così convincente. Salire sul podio, però, sarebbe stato oggettivamente troppo ambizioso: Giappone, Cina e USA hanno offerto una gara così solida e precisa che sono sembrate inattaccabili. La difficoltà della gara a squadre al maschile è enorme e puntare a una medaglia ai Giochi soltanto in questa prova è davvero molto rischioso: l’Italia è compatta, omogenea e solida, ma davanti galoppano in maniera importante e non sarà semplice tenere botta, nemmeno per i Campioni d’Europa, a cui manca un pochino di esperienza.
Il DT Giuseppe Cocciaro si è nei fatti affidato a un quartetto stabile nell’ultimo anno: i generalisti Yumin Abbadini, Lorenzo Minh Casali e Mario Macchiati, l’ottimo parallelista Matteo Levantesi (capace di distinguersi anche su altri attrezzi). Tra Europei e Mondiali è cambiato un elemento: fuori Marco Lodadio dopo il trionfo di Antalya, dentro Nicola Bartolini. La sensazione è che a questa squadra manchino un po’ di specialisti: ai singoli attrezzi vengono messi in palio 6 titoli e 18 medaglie complessive, un’enormità. Privarsi di eccellenti anellisti come Marco Lodadio e Salvatore Maresca, di un superbo barrista come Carlo Macchini (argento continentale) o anche di un valido cavallista come Edoardo De Rosa non è una scelta semplice.
Su questi complessi incastri bisognerà riflettere, perché nella rosa vista ad Anversa soltanto Nicola Bartolini (ex Campione del Mondo al corpo libero) e Matteo Levantesi (unico finalista di specialità, settimo alle parallele pari) avevano doti spiccati su un determinato attrezzo, anche se la sbarra di Yumin Abbadini è stata convincente. Proprio il bergamasco è stato strepitoso sesto nel concorso generale individuale: soltanto un italiano aveva fatto meglio nell’ultimo mezzo secolo, ovvero Jury Chechi Chechi capace di spingersi fino alla quinta piazza.
Foto: Lapresse