Artistica
Ginnastica artistica, la calamita Simone Biles e il tempo che si ferma. Tra un numero leggendario e il pokerissimo d’oro
Simone Biles ha strabiliato nelle qualificazioni dei Mondiali 2023 di ginnastica artistica. La statunitense ha spiegato in maniera nitida e inconfutabile perché è la Reginetta indiscussa della Polvere di Magnesio, anche se non si vedeva su una pedana internazionale da due anni e non calcava il palcoscenico iridato da ben quattro stagioni. Dopo aver spento 26 candeline ed essersi sposata non era facile rimettersi in carreggiata a certi livelli, soprattutto perché i “fantasmi” di Tokyo 2020 potevano ancora albergare in qualche angolo della mente della ginnasta più vincente di tutti i tempi.
La nativa di Columbus non è soltanto un portento dal punto di vista tecnico, agonistico, acrobatico ma è una calamita. Domenica pomeriggio lo Sportpaleis di Anversa era gremito e stiamo parlando dell’Arena al coperto più grande d’Europa: non era una caso, il clamore mediatico che l’americana richiama a ogni sua uscita è enorme e anche per un “semplice” turno di qualificazione ha saputo richiamare un interesse enorme anche al di fuori dei grandissimi appassionati di ginnastica artistica.
Simone Biles è entrata nella leggenda con l’esecuzione dello Yurchenko doppio carpio al volteggio, l’elemento più difficile della storia e valutato con 6.4, la nota di partenza più elevata. Un elemento improbo per una donna e che invece la padrona indiscussa ha saputo portare in gara internazionale per la prima volta, dopo averlo annunciato prima dei Giochi di Tokyo 2020 dove però fu frenata da noti problemi.
Prima al volteggio (media di 14.949, primo salto da 15.266), prima alle parallele (14.566, 6.3 la nota di partenza), prima al corpo libero (14.633, 6.7 il coefficiente di difficoltà), ovviamente prima nel concorso generale individuale con 58.865. Soltanto alle parallele non ha il potenziale per dominare, ma è comunque quinta con 14.400. Si era nascosta alla vigilia, pur strabiliando nelle competizioni nazionali estive, ma non era un mistero che Simone Biles cullava il desiderio di vincere cinque medaglie d’oro ai Mondiali, come era riuscita a fare a Stoccarda nel 2019 (lasciò soltanto gli staggi, finiti alla belga Nina Derwael).
L’impresa ad Anversa appare alla portata: trascinerà la squadra verso il trionfo; sul giro completo non ha rivali e ha messo nel mirino il sesto titolo in carriera; alla tavola sono troppo lontane Rebeca Andrade e Seojeong Yeo; sui 10 cm dovrà invece non commettere errori e fare i conti con le cinesi Yaqin Zhou e Qinqying Zhang; al quadrato sempre di una categoria superiore rispetto alla britannica Jessica Gadirova. Il tutto avvolto dal romanticismo del tempo che sembra essersi fermato per lei: ad Anversa, dieci anni fa, vinse i suoi primi ori ai Mondiali… E con Parigi 2024 sullo sfondo, per prendersi quello che i “demoni” le hanno impedito di raccogliere due anni fa in terra giapponese.
Foto: Lapresse