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Ginnastica artistica, l’Italia sfodera gli artigli ai Mondiali: Fate di sostanza, 162.2 che profuma di Olimpiadi. D’Amato cade

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L’Italia ha rotto il ghiaccio nelle qualificazioni dei Mondiali 2023 di ginnastica artistica. La nostra Nazionale era stata sfortunata in fase di sorteggio ed era stata inserita nella sempre complicata prima suddivisione, quella che obbliga a scendere in pedana senza i riferimenti delle avversarie, senza conoscere il metro di giudizio delle giurie e facendo da apripista. Le Fate si erano presentate ad Anversa (Belgio) con il chiaro obiettivo di conquistare il pass per le Olimpiadi di Parigi 2024, anche se le assenze di tre fuoriclasse assolute (Asia D’Amato, Giorgia Villa, Martina Maggio) hanno inciso sulla marcia di avvicinamento.

Per meritarsi il biglietto a cinque cerchi bisogna essere tra le migliori nove classificate, escludendo le già ammesse USA, Gran Bretagna, Canada (in virtù del podio di undici mesi fa). Il DT Enrico Casella aveva fissato come quota “tranquillità” un punteggio di 160: le azzurre si sono superate e hanno toccato quota 162.230, bisognerà aspettare domani sera al termine delle dieci suddivisioni del turno preliminare ma questo riscontro vale nei fatti il pass per i Giochi Olimpici e dovrebbe garantire anche l’accesso all’atto conclusivo a squadre in programma mercoledì sera allo Sportpaleis della Città dei Diamanti. Lo scorso anno l’Italia fu quarta in qualifica con 162.8 e il Canada fu l’ultima ammessa con 159.6.

L’Italia ha offerto una prestazione di squadra davvero solida, concreta, efficace e grintosa. Il quintetto tricolore si è comportato da vera formazione compatta, sulla scia della compagine maschile che poco prima aveva staccato il tagliando per Parigi 2024. La Nazionale ha tremato in un momento ben preciso: la rotazione alle parallele asimmetriche, l’attrezzo sulla carta più favorevole, si è chiusa con un complessivo 40.099, un paio di punti sotto al potenziale delle azzurre e soprattutto con la caduta di Alice D’Amato, Campionessa d’Europa di specialità e tra le favorite per il podio in questa kermesse.

A metà gara l’Italia non era parsa nella sua migliore forma e doveva salire alla trave, l’attrezzo più temibile e ostico, dove l’errore è sempre dietro l’angolo. Si poteva naufragare, ma le Fate hanno reagito con carattere e sono arrivati quattro esercizi privi di cadute e di grande impatto, per un complessivo 40.266 che fa respirare. Il corpo libero finale si rivela poi un giubilo con quattro prove davvero toccanti e impattanti, che valgono un altro 40.266: le Fate hanno ottenuto più punti tra 10 cm e quadrato che sugli staggi, le stranezze di una qualifica che si era aperta con il 41.599 al volteggio. Battuta l’Olanda, bronzo europeo e fermatasi a 161.197.

Manila Esposito ha offerto una prova di grande efficienza: avvitamento e mezzo da 13.766, parallele asimmetriche da 13.666 (5.9 la nota di partenza, ma ha un potenziale ancora più elevato), 13.666 (5.5) alla trave dove è argento continentale, magico 13.600 (5.6) al corpo libero e totale di 54.698 che vale il tagliando per la finale del concorso generale individuale. La 16enne campana potrebbe sperare anche nell’atto conclusivo alla trave e/o al corpo libero, ma la missione è ardua e bisognerà davvero incrociare le dita fino a domani sera.

Alice D’Amato è purtroppo caduta in un passaggio allo staggio basso alle parallele (13.033, 5.9) e dice addio ai sogni di finale. La genovese, che aveva aperto la gara con un doppio avvitamento da 14.000 al volteggio, ha poi sbagliato tantissimo alla trave (12.533) e si è riscattata al corpo libero finale (13.400 da 5.4, ammirevole). Per il bronzo continentale sul giro completo arriva un 52.966, che vale l’accesso alla finale a 24 di venerdì sera.

Elisa Iorio ottiene lo stesso riscontro della compagna (52.966), ma le arriva dietro per la regola degli scarti e non potrà disputare la finale all-around per la regola dei passaporti (massimo due connazionali nella stessa finale). L’emiliana aveva iniziato con un semplice avvitamento al volteggio (13.233), poi ha presentato un esercizio da 6.1 alle parallele ma è incappata in alcune sbavature e si è fermata a 13.400. Alla trave ha dato l’anima per la squadra (13.400), al corpo libero si è però arenata a 12.933.

Un applauso alla debuttante Arianna Belardelli: doppio avvitamento al volteggio da 13.833 e corpo libero da closer valso un ottimo 13.266 (5.3). Prova di carattere della 16enne laziale in un contesto molto difficile. Angela Andreoli non era nelle migliori condizioni fisiche, ma non si è tirata indietro: 12.666 sugli staggi e 13.200 sui 10 cm.

Foto: Photo LiveMedia/Filippo Tomasi

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