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Il servizio di Berrettini e i muscoli di Alcaraz: Ben Shelton é l’erede di Sampras che gli USA attendono da due decenni?
Ormai è ufficiale: Ben Shelton diventerà davvero qualcuno di importante. Il successo di oggi pomeriggio a Shanghai con Jannik Sinner è un’ulteriore dimostrazione del grande talento dello statunitense, che può diventare il messia che tutti i cittadini battente bandiera stars and stripes attendono da anni, almeno venti, dall’addio al gioco di Pete Sampras. Quel giocatore capace di poter fare incetta di titoli e, soprattutto, di Slam.
Perché, dopo decenni in cui arrivavano fior fior di giocatori che si imponevano immediatamente come protagonisti, gli USA hanno vissuto praticamente da spettatori l’era dei Big Three. Il talento di Andy Roddick, vincitore comunque di uno Slam non è bastato per metterlo al pari di Federer, Nadal e Djokovic, mentre tanti buoni giocatori, come Mardy Fish e John Iser, non hanno mai dato l’impressione di poter fare quel passo in più.
Fino ad oggi, con il tennis americano che sembra ora riemergere dalle cenere. Prima Frances Tiafoe, finalmente sbocciato, ma Shelton sembra avere le stimmate del fenomeno. Mancino, gioco arrotato con dei dritti che per meccanica a volte ricordano Rafa Nadal, un servizio inarrestabile quando gira e una sfacciataggine mica male: ingredienti che lo stanno portando a diventare un prossimo gran protagonista del tennis mondiale.
E l’occasione adesso è davvero ghiotta. La moria di teste di serie nella parte bassa del tabellone, caratteristica del finale di stagione, lo affianca ad un altro talentissimo a stelle e strisce, quel Sebastian Korda che ha patito qualche acciacco di troppo per poter emergere definitivamente, mentre in una eventuale semifinale ci sarebbe uno tra Fabian Marozan ed Hubert Hurkacz. Dopo la prima semifinale Slam, c’è la possibilità di puntare ad una finale 1000, che sarebbe una vera dichiarazione di guerra al circuito mondiale.
Foto: LaPresse