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La scalata vorticosa di Matteo Arnaldi: quante posizioni ha guadagnato nel ranking ATP da inizio 2023

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Matteo Arnaldi

Lo avevamo lasciato al numero 134 del ranking ATP a fine 2022. Ora, all’ultima classifica pubblicata dall’associazione professionistica maschile, è numero 43. Ed è arrivato fino al 42 nella scorsa settimana. Detto in parole povere, da allora a oggi ci sono 91 posizioni (massimo 92) guadagnate da Matteo Arnaldi in un’annata che ricorderà a lungo, e che è a tutti gli effetti quella della sua esplosione.

Entrato per la prima volta nella top 100 lo scorso 8 maggio, il ventiduenne classe 2001 di Sanremo ci si è issato grazie al gran cammino al Masters 1000 di Madrid, nel quale ha piazzato una delle sorprese del torneo sorprendendo il norvegese Casper Ruud, allora con i galloni di top 3 sul rosso e poi finalista al Roland Garros. Ma non è stato tutto: secondo turno a Roma (perdendo con Lorenzo Musetti), secondo al Roland Garros (sconfitto dal canadese Denis Shapovalov), poi il vero breakthrough con la vittoria del Challenger di Heilbronn.

Non era il primo Challenger vinto da Arnaldi nell’anno: ci era già riuscito, del resto, a Tenerife dopo aver sfiorato la qualificazione agli Australian Open. Il colpo di mano sulla terra rossa tedesca, però, lo ha spinto ben dentro la top 100 per non farcelo uscire più. Anzi, sono arrivate altre soddisfazioni: la qualificazione a Wimbledon (da numero 1 del tabellone cadetto e dopo aver rimontato il giovane e promettente cinese Juncheng Shang, tra i cinque più pericolosi fuori dalle teste di serie), la finale sfiorata a Umago, le belle performance dell’estate americana.

Coppa Davis, come stanno gli avversari dell’Italia ai quarti: il focus sull’Olanda

In questo ambito va totalmente ammirato quanto compiuto agli US Open: un cammino che lo ha visto battere il francese Arthur Fils, un altro di cui sentiremo parlare molto nei prossimi anni, e poi far diventare matto Cameron Norrie, con il britannico costretto a cedere per 6-3 6-4 6-3. E pazienza se poi Carlos Alcaraz ha messo fine al suo percorso: tanto è bastato per la top 50 e anche per guadagnarsi la chiamata in Coppa Davis, dov’è riuscito a risollevare l’Italia dopo un primo giorno, quello contro il Canada, che nulla aveva lasciato di soddisfacente. Anche la tournée asiatica ne ha confermato i progressi, con il secondo turno (dalle qualificazioni) a Pechino e poi il terzo a Shanghai, con tie-break finale girato per il verso sbagliato contro l’USA J. J. Wolf.

Adesso, per Arnaldi, il focus sarà sull’accoppiata che si presume essere Vienna (molto probabile l’ingresso in main draw)-Parigi-Bercy (dov’è l’ultimo ad aver guadagnato il tabellone principale senza le forche caudine delle qualificazioni). Tennis sempre propositivo, il suo, con forse solo il servizio come vero punto da migliorare, ma anche su quello il lavoro con Alessandro Petrone c’è e si vede. C’è chi l’ha definito “l’altro Matteo”, in contrapposizione (ma non troppo) a Berrettini, ma lui è semplicemente Arnaldi, l’attuale numero 3 d’Italia e una speranza in più quando si tratta di poter vedere giocatori andare avanti nei tornei. Il ragazzo che aveva Michael Phelps come idolo adesso è un uomo pronto a guardare in alto, ai migliori. Cercando, perché no, di arrivare alle loro altezze.

Foto: LaPresse

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