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L’Italia non avrà la pista di bob per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. L’annuncio di Malagò: “Il Governo ci ha chiesto di trovare un’alternativa”

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Un annuncio importante è arrivato nel corso della Sessione del CIO di scena a Mumbai, in India. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, in qualità di n.1 del Comitato Organizzatore dei Giochi Invernali di Milano-Cortina 2026 e membro del CIO, ha chiarito nella presentazione dei lavori effettuati e in corso che la pista di bob, slittino e skeleton prevista a Cortina non ci sarà, ma si dovrà andare su una delle piste già esistenti in territorio estero.

Una notizia che non sorprende in quanto da tempo sono note le criticità legate all’impianto in questione, dal momento che nessuna società era disposta a iniziare degli interventi con i soli 80 milioni a disposizione. E così la disputa degli sport da budello non ci sarà nel Bel Paese.

Solo due giorni fa il Governo ci ha comunicato di considerare l’opzione migliore e più sostenibile cioè considerare un’altra sede già esistente e funzionante. Di conseguenza, Milano-Cortina 2026 dovrà individuale un’altra sede fuori dall’Italia. Stiamo già lavorando per sondare tutte le possibili alternative insieme al CIO e alle Federazioni Internazionali, prima di presentare il tutto al Consiglio per l’approvazione definitiva. A questo proposito, è importante ricordare che una decisione come questa avrà conseguenze sul budget del Comitato Organizzatore e sull’intera operazione“, le parole un po’ amare di Malagò.

A questo proposito Innsbruck, in Austria, avrebbe già offerto il proprio impianto per i Giochi, ma è chiaro che ci sarà una problematica economica da affrontare. Nei fatti, si è creata una situazione che nei 102 anni della storia delle Olimpiadi Invernali non si era mai verificata, cioè che un evento fosse organizzato al di fuori del territorio del Paese ospitante.

Una cosa invece accaduta nelle Olimpiadi Estive, citando i Giochi di Anversa nel 1920, con la disputa delle gare di vela ad Amsterdam (Paesi Bassi), e l’edizione di Melbourne nel 1956, quando le prove di equitazione si svolsero a Stoccolma (Svezia) a causa delle leggi australiane sull’importazione dei cavalli, che prevedevano una quarantena troppo lunga.

Foto: LaPresse

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