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‘Maurizio racconta…’: la pista di bob a Cortina serve davvero? Baseball il flop della settimana
VOTO, BORSINO E MIGLIORI DELLA SETTIMANA DELL’ITALIA
Voto della settimana per l’Italia: 6
Borsino della settimana (chi sale e chi scende).
↓ Marco Bezzecchi (MotoGp) ↑ Martina Berta (mountain bike)
↓ Nazionale maschile baseball ↑ Gottardi/Menegatti (beach volley)
Atleta della settimana (uomo). Nicola Bartolini (ginnastica artistica): l’ex campione del mondo al corpo libero dà un apporto fondamentale nell’economia della squadra maschile ai Mondiali, da vero capitano. Con lui tutto è più facile per i compagni, perchè toglie loro pressioni che potevano compromettere il pass a Cinque Cerchi. Anche se nel suo esercizio di punta non raggiunge la finale (sarà seconda riserva), lui sdrammatizza e indica che il vero obiettivo era il biglietto di squadra per Parigi 2024. Se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, direi che magari aumentando il D score al corpo libero (anche di un solo decimo) si potrebbe anche sognare di ritornare su quel podio individuale fra meno di un anno.
Atleta della settimana (donna). Nadia Battocletti (atletica): record europeo sfiorato di appena 1 secondo per la 23enne trentina, nei Mondiali di corsa su strada. Questo splendido quinto posto nei 5 chilometri in 14:45 fa sognare anche in ottica olimpica. Mostruoso il miglioramento in questa gara, abbattendo di mezzo minuto il precedente record nazionale che già le apparteneva. Sì, è lei la regina del mezzofondo azzurro, sempre più protagonista tra le big internazionali.
LA PISTA DI BOB A CORTINA PORTEREBBE VANTAGGI ECONOMICI?
Qualche giorno fa c’è stato il secondo bando per la costruzione della pista di bob/slittino/skeleton in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Ebbene, come accaduto lo scorso luglio, anche questo secondo bando è andato deserto. Quindi, ancora una volta nessuna società si è presentata per farsi carico di codesta costruzione. A questo punto in molti si domanderanno: possibile che l’Italia faccia una simile figuraccia, quando i tempi veramente stringono? Io invece la vedo diversamente, sia dal punto di vista sportivo che finanziario. Partiamo dall’aspetto sportivo, che è quello che sta più a cuore ai tifosi. In Italia, se sommiamo i praticanti delle tre discipline (bob/skeleton/slittino sia al maschile che al femminile), i numeri sono risicatissimi. Le domande da farsi nello specifico: questi sport sono radicati nella cultura italiana? Esiste la volontà di creare in futuro una vera e propria scuola di questi sport (come in Germania o Austria), visto che attualmente sono discipline di nicchia e praticate sono in determinate zone?
Dal punto di vista finanziario, invece, uno sliding center comporta costi di gestione altissimi, come ad esempio gli impianti di raffreddamento, i tubi refrigerati, i costi delle materie prime come l’acqua, per non parlare dell’impatto ambientale. E anche se ci fossero ricavi durante i primi anni (magari organizzando Mondiali o tappe di World Cup), per arrivare quantomeno al pareggio finanziario ci vorrebbero tanti anni o forse non ci si arriverebbe mai.
Siamo sinceri, non ci farebbe male che l’eventuale pista facesse la stessa fine di quella di Torino 2006, la cui sostenibilità di manutenzione non è stata possibile?
In conclusione, non la considero una mancanza di rispetto verso questi sport, bensì una questione di spendere certe cifre senza avere un ritorno economico, oltre al dubbio se veramente si investirebbe per creare una scuola italiana di queste discipline prima di ospitarle per due settimane durante i Giochi. Pertanto, nel caso non si realizzasse la pista nel nostro territorio (ma si gareggiasse ad Igls o St. Moritz), questa non dovrebbe essere vista come una sconfitta per il Bel Paese, visto che lo stesso CIO propone questo tipo di soluzioni, costituendo la base della loro “agenda 2020”, massimizzando così le risorse – ed evitando gli sprechi – assieme a nazioni confinanti con quella organizzatrice dell’evento. Il buon senso deve prevalere sui fanatismi: se vogliamo bene a certi sport, lo si deve dimostrare finanziando la loro crescita con azioni concrete, non creando mega-strutture che dopo qualche anno diventino “cattedrali nel deserto”.
Maurizio Contino