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MotoGP, Bagnaia: questa è una reazione da campione! Aggressivo sin dalla partenza, rimonta furiosa che scaccia i fantasmi

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Francesco Bagnaia

È il Mondiale dei ribaltoni, quello della MotoGP. Dal tramonto all’alba può cambiare tutto, all’improvviso e senza avvisaglie. Il sabato di Mandalika è stata la peggior giornata di Francesco Bagnaia nell’arco del 2023. Eliminato in Q1, anonimamente ottavo nella Sprint e scavalcato da Jorge Martin in classifica generale.

Un detto, però,  recita “l’ora più buia è quella che precede il sorgere del Sole”. Ebbene, dal tramonto di sabato all’alba di domenica, tutto è cambiato in Indonesia. Martinator stava recitando il solito monologo, apparentemente vincente. Però il nuovo asfalto steso sul tracciato edificato nell’Isola di Lombok lo ha tradito, spedendolo nella ghiaia per la prima volta dopo mesi. Nel pugno dello spagnolo, anziché il successo, è rimasto solo un nugolo di mosche.

Viceversa, Pecco ha stroncato sul nascere gli spettri da cui avrebbe potuto essere attanagliato, tornando a incidere come nelle giornate migliori. Portatosi rapidamente nelle posizioni di vertice, ha approfittato al meglio del capitombolo dell’iberico e del progressivo calo prestazionale accusato dalle Aprilia. Il risultato è stato quello di tornare alla vittoria, la prima dopo la caduta del Montmelò.

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Un’affermazione non conquistata con la forza bruta, bensì con la consistenza di chi sa come si vincono i Mondiali, siano essi di Moto2 o di MotoGP. Un trionfo provvidenziale per il piemontese, per due ragioni. In primis gli permette di arginare il fiume in piena madrileno; in secondo luogo gli consente di lanciare un chiaro segnale all’avversario per il titolo: “Il Campione sono io. Se vuoi la corona, me la dovrai strappare dalle mani”.

L’epilogo di questo 2023 è tutto da scrivere. Mancano ancora cinque round, nei quali Bagnaia e Martin promettono di suonarsele di santa ragione, almeno metaforicamente. C’è chi ha rischiato di finire al tappeto, ma si è prontamente rialzato prima che iniziasse il conteggio. Il colpo del K.O. non si è ancora visto e, ora come ora, può assestarlo sia l’uno che l’altro.

Foto: La Presse

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