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MotoGP. Bagnaia vs Martin, in Thailandia il diciassettesimo round. Stavolta è lo spagnolo a dover reagire

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Bagnaia - Martin

Il Mondiale di MotoGP prosegue senza respiro. Abbandonata l’Australia, si torna nell’emisfero boreale, restando però a latitudini tropicali. Il weekend del 27-29 ottobre coincide infatti con il Gran Premio di Thailandia, quart’ultimo atto della stagione 2023. La sfida per il titolo tra Francesco Bagnaia e Jorge Martin è totale, ma dopo un periodo nettamente favorevole allo spagnolo, si sono registrati due round propizi all’italiano.

L’iberico, a Misano, è salito su una nuvola. Vi è rimasto sino a Mandalika, raccogliendo la bellezza di 118 punti su un massimo possibile di 123 fra la Sprint disputata in Romagna e quella andata in scena in Indonesia. L’incantesimo si è però spezzato sull’Isola di Lombok, dove il castigliano è tornato a ruzzolare nella ghiaia dopo mesi. L’italiano non si è fatto sfuggire l’occasione di rifilare un pesantissimo 25-0 all’avversario, allungando poi ulteriormente a Phillip Island.

Martin ha sbagliato anche down under. Non ha commesso un errore di guida, bensì di strategia. Nel frattempo ha toppato pure sul piano della comunicazione, rilasciando una serie di dichiarazioni rivelatesi degli autentici boomerang. Dunque tre svarioni, completamente diversi, uno dopo l’altro. Tre segnali di come il venticinquenne madrileno non sia certo inattaccabile, come era invece apparso per un mese abbondante.

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Viceversa, Pecco ha testimoniato di non essere battuto o in balia del suo rivale. Forse ne è stato sovrastato sul piano delle prestazioni, ma è più maturo, saggio e opportunista. Fra Mandalika e Phillip Island ha colto la palla al balzo ogni qual volta ha potuto, ricostruendo un cuscinetto di 27 lunghezze nel Mondiale. Niente di decisivo, sia chiaro, ma ha arginato la straripante progressione di Martin e ha rimesso un po’ di luce tra sé e lo sfidante.

Da domani la battaglia riparte dall’Indocina, con tutte le incognite proposte dall’entroterra thailandese. Di solito, sull’altopiano del Korat, fa un caldo tremendo. Quando la calura concede una tregua è perché arriva un diluvio. Insomma, “altro giro, altra corsa”. È proprio il caso di dirlo.

Foto: MotoGPpress.com

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