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MotoGP, Jorge Martin sembra aver metabolizzato il colpo. Pioggia e KTM possono sparigliare le carte

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Il venerdì di Phillip Island ci ha regalato uno Jorge Martin apparentemente tranquillo e sicuro di sé. La caduta di Mandalika sembra alle spalle e si direbbe che lo spagnolo sia pronto a dare nuovamente battaglia a Francesco Bagnaia. È doveroso utilizzare condizionali e verbi dubitativi, poiché siamo solo nel day-one della tre giorni australiana, cionondimeno l’impatto dell’iberico con la quint’ultima tappa del Mondiale è stato migliore di quello dell’italiano.

Il castigliano si è dimostrato, questo sì oltre ogni ragionevole dubbio, veloce e più a proprio agio del rivale per il titolo. Si è addirittura permesso qualche giochino di natura psicologica, prendendone la scia sul finire delle prove qualificanti al Q2 pur senza averne alcuna necessità. Giusto così, qualsiasi mossa non vietata dal regolamento è lecita in una lotta per il Mondiale.

Il venticinquenne madrileno non può però permettersi di guardare solo a Pecco, poiché le Ktm sono partite divinamente. Brad Binder, Jack Miller e finanche Pol Espargarò, rispettivamente primo, secondo e quinto nella tabella odierna dei tempi, testimoniano come le moto di fattura austriaca siano alquanto incisive nello spettacolare autodromo edificato sull’omonima isola.

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Banalmente, Ktm potrebbe fare da alleata di Bagnaia. Se Pecco, nuovamente impegolato nel Q1, dovesse trovarsi in difficoltà, le arrembanti RC16 sarebbero delle brutte gatte da pelare per Martin, il quale rischierebbe di lasciare sul piatto punti pesanti, situazione non certo ideale per chi è obbligato a rimontare. C’è poi l’incognita della pioggia, la quale spariglierebbe le carte e a rendere ancora più insidiosa una pista vecchio stile, pronta a punire qualsiasi errore e a premiare chi ha più pelo sullo stomaco.

Foto: La Presse

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