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MotoGP, l’ultima cancellazione per “meteo avverso” risaliva al 2018. Altre volte ci si è salvati

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Marco Bezzecchi

Per la prima volta nella storia, una Sprint è stata cancellata. “Elementare, Watson!” esclamerebbe Sherlock Holmes. Questo tipo di gara è nato nel 2023 e sinora non aveva incontrato alcuna forza maggiore che imponesse di non prendere il via. Ci sono voluti solo sette mesi perché il meteo si mettesse di traverso.

In realtà, la Sprint è stata sacrificata sull’altare del Gran Premio vero e proprio. Se si fosse seguito il programma originario, la competizione “corta” avrebbe potuto tenersi regolarmente al sabato, portando allo stralcio del GP. Saggiamente Dorna ha lavorato per salvaguardare l’appuntamento più importante, portandolo comunque a casa.

Cionondimeno, non è sempre andata così. Poco più di cinque anni fa, un Gran Premio venne cancellato proprio in seguito alle bizze del meteo. Parliamo di Silverstone 2018, quando si provò ad anticipare di qualche ora la partenza per evitare il grosso della perturbazione in arrivo. Non ci fu però niente da fare e si dovette alzare bandiera bianca. In quel caso, però, c’erano anche problemi legati all’asfalto sconnesso del tracciato britannico.

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In precedenza era già capitato di salvare il salvabile. A Indianapolis, nel 2008, si riuscì a correre grazie all’anticipo dei tempi prima dell’arrivo dell’uragano Ike. Viceversa a Lusail, nel 2009, un violento temporale impedì di partire domenica sera, ma in quell’occasione si recuperò tutto il lunedì.

In passato si correva comunque. Impossibile dimenticare quando Valentino Rossi, nel 2001, definì “assassino” l’allora direttore di gara Paul Butler per aver fatto partire comunque una gara sul bagnato nonostante il scivolosissimo asfalto di Valencia.

Foto: MotoGPpress.com

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