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MotoGP, Mondiale sul filo di lana. Negli ultimi 3 round l’esuberante Martin piegherà il saggio Bagnaia?

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Tutto secondo copione nel Gran Premio di Thailandia di MotoGP. La Sprint del sabato aveva fatto intendere come il potenziale di Francesco Bagnaia fosse ben più elevato del settimo posto racimolato nella gara dimezzata. Sulla distanza vera, con mescola hard al posteriore e serbatoi colmi, Pecco è infatti stato in grado di ottenere un risultato in linea con il suo valore a Buriram.

Con pazienza ha raccolto, uno dopo l’altro, quasi tutti gli avversari che gli stavano davanti al termine della tornata iniziale. È diventato saggio e lungimirante, il piemontese, testimoniando di aver acquisito un’esperienza e una contezza nei propri mezzi che ne fanno il pilota più solido nell’attuale panorama del Motomondiale. Mirabile dictu, alla luce del recente passato, ma l’evoluzione si è compiuta.

Qualcuno potrà obiettare che è caduto cinque volte quest’anno. Vero, ma chi non ruzzola mai? Soprattutto, due capitomboli non sono certo ascrivibili a sue colpe (Le Mans e Montmelò) e altri due sono arrivati al principio della stagione. Da Jerez in poi l’unico vero errore è stato commesso a New Delhi. Ci può stare, perché non si può pretendere la perfezione, soprattutto in un contesto tirato al limite come la MotoGP contemporanea.

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Il “più solido” non significa però il più veloce. Il “quasi” di cui si è detto in precedenza è rappresentato da Jorge Martin. Seppur un passo indietro rispetto a Bagnaia in termini di esperienza, lo spagnolo ha dalla sua un grandissimo talento che sembra essere in fase di progressiva maturazione proprio nell’arco di questo 2023. Il processo di crescita non è ancora compiuto, Phillip Island ne è la riprova, ma Buriram ha dimostrato tutte le qualità dell’iberico.

Ci sono 13 punti di differenza tra il Campione del Mondo in carica e colui che aspira a strappargli la corona. È un testa a testa che, in MotoGP, non si vedeva da tempo. I due sostanzialmente si equivalgono. Martinator è più incisivo, ma Pecco può compensare con altre qualità. Da un lato la potenza dell’esuberanza, dall’altro la forza della consapevolezza.

Il match per il titolo è incerto e aperto a qualsiasi soluzione. Sepang, Lusail e Valencia saranno i ring dove si disputeranno gli ultimi tre round di un confronto durissimo. Il favorito non esiste. Siamo di fronte al più classico dei fifty-fifty. In uno scenario del genere, se fosse boxe saremmo certi di veder vincere il più forte. Però qui ci si muove nell’ambito delle corse motoristiche, con tutta una serie di variabili impazzite a orbitare attorno ai duellanti, che potrebbero precipitare sull’uno o sull’altro senza alcun preavviso. La differenza potrà essere fatta anche dagli episodi, imprevedibili per definizione.

In conclusione, c’è solo una sicurezza. Quella che, come in “Highlander l’ultimo immortale”, ne rimarrà uno solo. Chi sarà il vincitore e chi il vinto lo scopriremo il 26 novembre. Il perché e il percome dell’esito saranno analizzati a tempo debito. Oggi, 30 ottobre, si può solo prendere atto di come il Mondiale MotoGP 2023 prometta un finale mozzafiato.

Foto: LivePhotoSport

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