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Pagelle Giro di Lombardia 2023: Bagioli speranza azzurra, Evenepoel e Carapaz deludono. E Tiberi…

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PAGELLE GIRO DI LOMBARDIA 2023

Tadej Pogacar, 9: in salita non riesce a fare il vuoto, tanto che sul Passo di Ganda il russo Aleksandr Vlasov riesce a tenergli la ruota. Piazza però l’attacco a sorpresa dove nessuno se lo aspettava, ovvero nella discesa di Selvino. Non appena ha guadagnato qualche metro sugli inseguitori, si è subito compreso che sarebbe andato all’arrivo. Non era un Pogacar al 100%, ma era comunque il migliore. Nello stesso anno ha vinto Giro delle Fiandre e Giro di Lombardia. Vedremo se nel 2024 deciderà di accantonare in parte le Classiche per provare a riprendersi lo scettro al Tour de France.

Andrea Bagioli, 8: nell’arco di qualche giorno ha vinto il Gran Piemonte ed è giunto secondo in una Classica Monumento come il Giro di Lombardia. Da Under23 prometteva benissimo, sembrava un talento annunciato per l’Italia. Nel passaggio tra i professionisti, nonostante un inizio buono ed a posteriori anche illusorio, si è un po’ perso, non riuscendo mai veramente ad emergere e venendo sovente relegato al ruolo di gregario. In questo autunno dalle temperature estive la sua carriera sembra definitivamente svoltata. Ha appena 24 anni, e sappiamo come gli italiani diano il meglio tradizionalmente dai 26 in avanti. Nel 2024 approderà alla Lidl-Trek e potrà ambire a giocare un ruolo da protagonista nelle corse di un giorno. Anche oggi ha dimostrato di possedere un ottimo spunto veloce: battere Roglic allo sprint, sebbene per la piazza d’onore, non è da tutti, anzi.

Primoz Roglic, 6,5: non ha vissuto la sua miglior giornata. Stava bene, ma non a tal punto da impensierire Pogacar. Sul Passo di Ganda è parso poco brillante, non rispondendo all’attacco di Pogacar, salvo rientrare in progressione. Poi il connazionale non gli ha concesso nemmeno il tempo di rifiatare e lo ha sorpreso in discesa.

Aleksandr Vlasov, 7: conclude a ridosso del podio, in salita è stato tra i più brillanti in assoluto, rispondendo persino alla stoccata di Pogacar. La sensazione è che il russo sia più competitivo nelle corse di un giorno che nelle gare a tappe.

Simon Yates, 6,5: si mantiene sempre nelle parti alte, ma non dà mai la sensazione di poter lasciare il segno.

Adam Yates, 7: conclude sesto nonostante una corsa vissuta da gregario al servizio di Pogacar.

Carlos Rodriguez, 6: lo spagnolo in questo genere di corse è sempre nel vivo della corsa, salvo spegnersi quando servirebbe quell’ultimo passetto per andare a prendersi la vittoria. Un regolarista più che uno scattista.

Richard Carapaz, 5,5: uno dei grandi delusi di giornata. Sulla carta era probabilmente il quarto favorito, ma in salita ha fatto fatica, denotando scarsa brillantezza.

Remco Evenepoel, 5: il grande sconfitto di questo Giro di Lombardia. La luce si è spenta quasi subito sul Passo di Ganda, ciò nonostante ha comunque concluso in top10. Di sicuro la caduta iniziale (con tanto di vistosa ferita alla coscia sinistra) lo ha condizionato negativamente, se non in maniera decisiva.

Antonio Tiberi, 6: anni fa un certo Vincenzo Nibali si era sbilanciato nei confronti di questo ragazzo. “Ci siamo allenati insieme, secondo me ha stoffa“. Dopo aver concluso la Vuelta tra i top20, oggi si è classificato 21°, facendosi vedere anche nel vivo della corsa sul Passo di Ganda, salvo andare in riserva di energia negli ultimi 10 km. I progressi sono evidenti, l’età è dalla sua parte (22 anni). Può scalare le gerarchie del ciclismo, ma dovrà essere lui per primo a desiderarlo e volerlo fortemente. Perché nessuno regala niente.

Foto: Lapresse

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