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Jannik Sinner elogiato da Panatta: “Sono sicuro che vincerà grandi tornei”. E sul numero di Slam…

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Sono giorni molto particolari per Jannik Sinner. L’altoatesino, impegnato in Cina nel torneo di Shanghai, è reduce da una settimana nella quale ha fatto suo l’ATP500 di Pechino, battendo in semifinale e in Finale Carlos Alcaraz (n.2 del mondo) e Daniil Medvedev (n.3 ATP), quest’ultimo mai sconfitto in precedenza negli scontri diretti, e portandosi al n.4 ATP.

Un risultato che ha permesso al 22enne nostrano di raggiungere un mito del tennis italiano come Adriano Panatta, che nel 1976 si era spinto a tanto (n.4 del ranking), in un’annata nella quale vinse a Roma, Parigi (Roland Garros) e conquistò la Coppa Davis, unica della storia per il Bel Paese. Nei nostri confini ha destato non poca sensazione che, a distanza di 47 anni, un tennista giovane sia stato capace di eguagliare il grande Adriano.

Ospite della Domenica Sportiva su Rai2 HD, Panatta ha valutato il tutto con la solita schiettezza e simpatia: “Il fatto che Sinner abbia eguagliato il mio record non mi dispiace, mica ci sto sempre a pensare. Anzi, non vedo l’ora che lui vinca di seguito Roma, Parigi e Coppa Davis così non mi chiamerete più. Lui è un bravissimo ragazzo e tennista. Sono sicuro che vincerà molto“, le prime parole dell’ex giocatore nostrano.

Si è risposto a un intervento di Jannik rivolto proprio Adriano, nel quale l’altoatesino si è detto contento di essere paragonato a un grande campione del passato, ma ribadendo che il suo obiettivo sia quello di fare il proprio percorso al meglio delle sue possibilità.

E’ giusto che lui dica di fare la propria corsa anche perché è quello che dovrebbero fare tutti. La classifica nel tennis, poi, conta fino a un certo punto, quello che resta sono le vittorie dei grandi tornei. Ora lui deve puntare a vincere gli Slam e sono sicuro che ne vincerà 2, 3, 4, perché ha le doti per farlo“.

A conclusione, una battuta sul grande hype su Sinner da parte della stampa: “Comunque c’è troppa attenzione dai media. D’accordo ha vinto il torneo di Pechino, ma se dovesse vincere un Major lo facciamo santo? Fortunatamente lui, essendo un carattere non così latino, se ne frega di tutte queste chiacchiere e sa perfettamente che deve concentrarsi sulle vittorie dei tornei veri, quelli di due settimane al meglio dei cinque set“.

Foto: LaPresse

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