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Pista di bob, le Olimpiadi del 2026 si faranno a Cesana? L’Italia può evitare in extremis una pessima figura

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Dopo si disputeranno le gare degli sport da budello alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026? Questa è la grande domanda degli ultimi giorni nel panorama agonistico riservato a neve e ghiaccio (tra l’altro nel weekend inizierà la stagione con freestyle, snowboard, short track e pattinaggio artistico grandi protagonisti). Lunedì 16 ottobre era infatti arrivato il no ufficiale e definitivo alla realizzazione della pista Eugenio Monti a Cortina d’Ampezzo per ragioni economiche e di sostenibilità.

La voce inizialmente più ricorrente riguardava la possibilità che l’Italia si appoggiasse a un Paese straniero per fare disputare gli eventi di bob, slittino e skeleton, con l‘impianto di St. Moritz (Svizzera) tra i più gettonati. Questo passaggio avrebbe comunque necessitato di un esborso economico, visto che i “nuovi” ospitanti avrebbero chiesto una cifra (si parla di una somma attorno ai 20 milioni di euro). Scartato già in partenza lo scenario che portava a Igls (Austria), visto che l’assegno da staccare sarebbe stato di 30 milioni.

Tra l’altro l’opzione elvetica non richiederebbe aggiustamenti e avrebbe permesso agli atleti di risiedere nel Villaggio Olimpico a Livigno, abbattendo così i costi dell’hospitality in terra svizzera. Nelle ultime ore, però, sembra farsi strada un’ulteriore ipotesi e sarebbe indubbiamente più gradita: quella del recupero della struttura di Cesana Pariol, utilizzata per le Olimpiadi di Torino 2006 e poi nei fatti mai più impiegata.

Come riporta Repubblica, questa soluzione sarebbe graditissima al Governo: “Le risorse disponibili per realizzare la pista da bob di Cortina sono risultate insufficienti, quindi il governo nel limite risorse disponibili ha sostenuto sin da subito l’adeguamento della pista di Torino 2006. Un’alternativa che per il Governo rimane la preferibile“. Andrea Abodi, ministro per lo Sport, ha precisato: “Non ci sono risorse incrementali da parte del Governo, bisogna trovare altre soluzioni. Si valuterà anche Torino, nessuno ha mai detto il contrario. In questo momento ho documenti datati 2013, con il presidente della Regione Piemonte Cirio siamo rimasti d’accordo che entro lunedì ci sarebbe arrivata la documentazione aggiornata, poi i tecnici la valuteranno”.

Alberto Cirio, Governatore del Piemonte, aveva evocato la possibilità di ripristinare l’impianto e nei prossimi giorni si attende il dossier dei progettisti di uno studio sullo stato dell’impianto e sui costi per il risanamento, commissionato dalla Fondazione 20 marzo. Anche Roberto Vaglio, sindaco di Cesana, era intervenuto sulla vicenda: “Siamo in trepida attesa, per il momento non abbiamo ricevuto alcun tipo di comunicazione, né ufficiale né ufficiosa. Siamo disposti ad accettare qualsiasi soluzione purché sia seria“.

Si è levata anche la voce del vicepremier Antonio Tajani: “Bisogna fare di tutto per far svolgere ogni gara dei prossimi Giochi in Italia“. Luca Zaia, Governatore del Veneto, lamenta però la perdita importante per Cortina ed evidenzia “una rilevante penalizzazione nella distribuzione delle venue di gara tra le città di Milano e Cortina. Occorre affrontare nelle opportune sedi la rideterminazione ai fini di un’equa assegnazione delle discipline olimpiche“. Anche Attilio Fontana, Governatore della Lombardia, è intervenuto e ha dichiarato che l’ipotesi di St. Moritz “potrebbe avere un senso. Mi pare che la scelta del Governo vada nella direzione del risparmio e della sostenibilità. Non sarebbe una figuraccia dell’Italia ma un atteggiamento attento e serio“.

Un coro non unanime quando mancano poco più di due anni all’evento e il tempo stringe terribilmente. Non si conosce ancora esattamente la cifra necessaria per riabilitare Cesana Pariol, ma sarà verosimilmente superiore (da capire di quanto…) rispetto ai soldi chiesti da St. Moritz. A quel punto non converrebbe fare uno sforzo, ma mantenere queste gare in Italia? Ne andrebbe dell’onore del Paese (ospitare le Olimpiadi senza alcuni eventi non sarebbe una grande immagine) e lo meriterebbero gli atleti azzurri, che potrebbero disputare i Giochi in casa, su una pista che potrebbero provare più volte (vantaggio enorme) e di fronte al proprio pubblico. Le loro lamentele sono state giustamente e comprensibilmente molto sentite negli ultimi giorni.

La leggenda Armin Zoeggeler aveva dichiarato:“È una delusione ed un’occasione persa, l’Italia rischia adesso in tutte e tre le discipline. Se non abbiamo una pista, in futuro è difficile immaginare di tenere il passo della concorrenza. È un grande danno per l’Italia. Quali sono le prospettive per lo slittino italiano? Le medaglie noi le vogliamo, anche la Federazione e anche il CONI. Tutti vogliamo le medaglie, ma non vogliamo una pista. È una follia”.

Foto: Lapresse

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