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Rugby
Rugby, Italia: hai visto i Mondiali? Livello delle partite stellare: gli azzurri sono ancora distanti anni luce
Si sono concluse le semifinali della Rugby World Cup 2023 e se questo weekend non ha regalato sfide clamorose come erano state Nuova Zelanda-Irlanda e Sudafrica-Francia, in ogni caso l’intensità e la qualità viste a Parigi sono state elevatissime. Partite di livello stellare che fanno capire perché chi non è arrivato ai playoff ha ancora tanta strada da fare.
L’Italia è uscita nella prima fase e hanno fatto discutere i pesanti ko subito contro All Blacks e Francia. Ma, oggettivamente, a vedere le partite delle ultime due settimane bisogna ammettere che gli azzurri sono distanti anni luce da quel rugby. È vero che negli ultimi anni sono arrivate le vittorie contro il Sudafrica e l’Australia, è vero che in un passato non recentissimo l’Italrugby ha battuto Francia e Irlanda, ma onestamente la Coppa del Mondo è un’altra cosa.
Quando squadre come gli All Blacks e gli Springboks decidono di cambiare marcia, allora decidono di giocare letteralmente a un altro sport. La velocità di esecuzione della Nuova Zelanda contro l’Irlanda è stata clamorosa e con l’Argentina i tuttineri hanno vinto nettamente, senza neppure giocare al 100% delle loro potenzialità. Il Sudafrica, invece, ha giocato male per 70 minuti con l’Inghilterra, ma quando ha trovato mischia e apertura ha ribaltato una partita già persa.
Ma anche gli stessi Pumas o le Fiji hanno messo in scena un rugby di un livello elevatissimo. A guardare le partite e a ripensare a quelle dell’Italia nella fase a gironi è proprio l’intensità tecnica a fare la differenza. In questi playoff abbiamo visto difese impenetrabili pur avendo di fronte squadre di caratura assoluta, mentre dall’altra parte abbiamo visto attacchi che hanno saputo giocare oltre 30 fasi senza commettere errori e poi punire gli avversari appena possibile. Ritmi e qualità che nei test match, ma anche al Sei Nazioni, non ci sono. E a questi ritmi e a questa qualità, spiace, ma le squadre di seconda fascia, come l’Italia, non hanno chance.
Foto: LaPresse