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Rugby, per le Zebre Parma è l’ennesimo anno zero. Sarà quello buono?

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Prende il via questo fine settimana l’United Rugby Championship e prende il via questo fine settimana una nuova stagione per le Zebre Parma. La franchigia federale di rugby arriva all’appuntamento dopo l’ennesimo cambio societario, con l’addio del presidente Michele Dalai e l’arrivo, al suo posto, di Domenico Bordieri. Basterà questo cambio a dare un senso a un club che, citando Vasco Rossi, un senso non ce l’ha. O almeno sembra non averlo da anni.

Le Zebre hanno un budget all’osso rispetto alle concorrenti, non sono competitivi per puntare ai playoff, eppure non sono mai state neppure una vera franchigia votata a far crescere i giovani talenti italiani. Troppo spesso sono arrivati stranieri di dubbio valore, azzurri ormai indirizzati verso fine carriera, ma soprattutto i continui cambi societari non hanno mai permesso una reale programmazione. E anche ora sulle Zebre Parma aleggia un dubbio. Esisteranno ancora a lungo?

Le voci su un possibile trasferimento della squadra a Padova o Milano, con una privatizzazione della stessa, continuano incessanti, nonostante di concreto non si veda nulla. Sul mercato, poi, gli arrivi degni di nota sono pochi, tra questi un Jake Polledri che spera in Emilia di superare i troppi problemi fisici che ne hanno limitato la carriera, alcuni giovani talenti azzurri, come Giovanni Montemauri, o poco più.

Sinceramente sperare o credere in una svolta clamorosa appare difficile. Certo, migliorare lo score dell’anno scorso, con zero vittorie in 22 partite (tra URC e Challenge Cup), non dovrebbe essere difficile. Sarà un grande lavoro quello che attende Fabio Roselli, ma in tutta onestà è difficile immaginare che quest’anno le Zebre Parma possano lottare per un posto ai playoff nelle due manifestazioni cui parteciperanno.

Foto: Alessio Tarpini – LPS

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