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Rugby, perché Nuova Zelanda-Sudafrica sarà una Finale epocale: in palio il titolo di Nazione più vincente della storia dei Mondiali

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Si avvicina il momento della verità nella Rugby World Cup 2023. Sabato sera, a Parigi, si disputerà la finalissima dei Mondiali di rugby e a scendere in campo saranno la Nuova Zelanda e il Sudafrica. Una finale forse non attesa alla vigilia, con Irlanda e Francia che erano le candidate d’obbligo per la vittoria finale, ma sicuramente la finale più ricca della storia.

Perché Nuova Zelanda-Sudafrica è la replica della leggendaria finale dei Mondiali del 1995, quelli di Invictus, quelli della prima partecipazione degli Springboks a una Rugby World Cup dopo l’Apartheid e la finale con Nelson Mandela che consegna la Coppa ai vincenti sudafricani. Ma Nuova Zelanda-Sudafrica è anche la finale delle due formazioni che nelle nove edizioni precedenti hanno vinto 6 volte, con tre successi a testa.

Insomma, chi vince sabato sarà la nazionale più vincente di sempre (in solitaria) nella Rugby World Cup. Per gli All Blacks quella di sabato sarà la quinta finale, con tre vittorie su 4 sin qui appunto, mentre per il Sudafrica sarà la quarta finale, con tre vittorie su tre sin qui. Per la Nuova Zelanda la RWC 2023 è stata la nona in dieci edizioni dove è arrivata almeno in semifinale (fu eliminata ai quarti nel 2007, proprio in Francia), mentre gli Springboks hanno raggiunto la semifinale in sei edizioni su 8 giocate.

E se parliamo di record, c’è anche un record condiviso tra Sudafrica e Nuova Zelanda, ma che da sabato potrebbe essere solo tuttonero. Parliamo del record di mete segnate da un giocatore in un’edizione iridata. I neozelandesi Jonah Lomu e Julian Savea e il sudafricano Bryan Habana avevano il record di 8 mete segnate prima di questo torneo. Ora, a loro si è aggiunto l’altro neozelandese Will Jordan, che segnando sabato staccherebbe tre leggende della palla ovale. E per Lomu e Habana resterebbe il record del maggior numero di mete segnate complessivamente ai Mondiali, a quota 15.

Foto: LaPresse

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