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Tennis, Ben Shelton può raggiungere Alcaraz, Sinner e Rune? Verso un Fab4 2.0
Un nuovo vincitore nella storia dell’ATP. Ben Shelton ha incamerato quest’oggi il primo successo nel circuito maggiore che definisce ancora di più il suo titolo di rising star nel panorama mondiale. Un 2023 da incorniciare per il ragazzo di Atlanta, che aveva iniziato la stagione da numero 96 al mondo fino all’ingresso in top 15 che si concretizzerà domani con l’aggiornamento delle classifiche.
Una stagione, la prima al completo per lui, in cui lo statunitense si è portato a casa traguardi davvero importanti, soprattutto sul cemento, come dimostrano i quarti di finale agli Australian Open e le semifinali agli ultimi US Open, oltre al secondo successo in carriera contro un top 10, quello con Jannik Sinner a Shanghai.
Il suo gioco muscolare e particolarissimo da leggere, grazie alla mano sinistra dominante e alle traiettorie arrotate, lascia presagire uno se non due passi in più per il futuro. Shelton si vuole candidare a pieno titolo ad essere uno dei giocatori protagonisti dei prossimi anni di tennis, proponendosi per la lotta ai grandi tornei assieme ai ragazzini terribili che già hanno raggiunto ottimi risultati nel circuito: da Carlos Alcaraz a Jannik Sinner, passando anche per Holger Rune (se la schiena lo lasciasse stare).
Quattro giocatori che potrebbero monopolizzare il futuro prossimo del tennis mondiale, un po’ alla stregua di quanto si vide nell’epoca dei Fab4: quel paio d’anni in cui Roger Federer, Rafa Nadal, Novak Djokovic ed Andy Murray monopolizzavano qualsiasi torneo a cui partecipavano, trovandosi spesso tutti insieme in semifinale. Seppur sembra francamente difficile la ripetizione di un’epopea simile, poiché una costanza del genere è un qualcosa di davvero complicato da ottenere. E poi la classe dei nati negli anni 2000 sembra essere strapiena di talento: è sempre possibile che arrivi qualche altro ragazzino a rompere le uova nel paniere. Sta di fatto che, al ritiro di Djokovic, l’epopea del tennis mondiale sembra essere più varia che mai.
Foto: LaPresse