Tennis
Tennis, Bertolucci: “Se Sinner vuole diventare n.1, deve completarsi e minimizzare i punti deboli”
Vicini ai titoli di coda. La stagione del tennis è prossima all’ultimo chilometro e i ragionamenti sono nell’ottica delle ATP Finals e delle Finals di Coppa Davis. In casa Italia si può prendere atto dell’ottima annata di Jannik Sinner, che l’ha proiettato al n.4 del mondo, mentre tengono banco i problemi di Matteo Berrettini e di Lorenzo Musetti. In tutto questo, l’ascesa di Matteo Arnaldi non è da sottovalutare. Ne abbiamo parlato con Paolo Bertolucci, firma della Gazzetta dello Sport con la rubrica “Volèe di rovescio” e voce tecnica di Sky Sport, con un passato da giocatore di altissimo livello e vincitore della Coppa Davis 1976.
Paolo, partiamo con l’analisi della trasferta asiatica di Jannik Sinner. Lo abbiamo visto esprimersi ad alto livello soprattutto nei match contro Alcaraz e Medvedev. Come se lo spiega?
“Il tennis non è matematica e non si può giudicare tutto solo con la classifica mondiale. Si ragiona sulla base delle caratteristiche. Sinner è arrivato in Cina influenzato e si vedeva che facesse fatica a rendere contro Evans. Quando è stato meglio, non mi sembra che contro Nishioka abbia sofferto più di tanto…Contro Dimitrov, che comunque è molto in condizione, ha avuto una crisi di vomito e l’ha superata. Quindi, che cosa possiamo dirgli?“.
Gli diciamo ‘bravo’ e in che cosa lo trova migliorato?
“Non si può parlare solo di un aspetto, ma il suo è un percorso. La gente vorrebbe già che fosse bello e pronto, ma la realtà è che la sua è una crescita costante che lo sta portando ai massimi livelli. Il suo obiettivo è ora quello di accrescere ulteriormente gli aspetti del gioco e del proprio fisico. Parliamo chiaro, gli dobbiamo dare altri due anni per vedere una formazione completa e credo l’abbia detto anche lui. I miglioramenti sono in tutto: dal servizio e alla transizione verso la rete. Del resto, è n.4 del mondo, ma se vuol puntare a vincere i grandi tornei e diventare n.1 dovrà completarsi ulteriormente, come sta facendo. Questo non significa che debba saper fare tutto alla grande, ma quantomeno minimizzare i suoi punti deboli“.
A proposito di punti deboli da minimizzare, il destino ha messo nuovamente l’uno contro l’altro Sinner e Shelton, solo che forse a Vienna lo scenario sarà opposto a quello di Shanghai, dove era Jannik più stanco. Che partita si aspetta?
“Sinceramente io mi aspettavo che Shelton non andasse a Vienna perché ritenevo che dovesse recuperare dagli sforzi, dopo il successo di Tokyo. Certo, è giovane e fisicamente molto dotato, per cui lecito che ci provi. Difficile dire cosa possa accadere. Sicuramente l’americano è un giocatore che può dar fastidio a Sinner perché con quelle traiettorie mancine e questo tennis verticale è difficile da arginare, però penso che la stanchezza si farà sentire e magari Jannik vorrà anche rifarsi. Vediamo“.
Parlando di chi continua a patire gli scricchiolii del proprio fisico, il riferimento è a Matteo Berrettini. Stagione finita per lui?
“Francamente temo di sì, ma bisogna conoscere la situazione. Il fatto che si sia ritirato a Stoccolma e a Vienna evidenzia che i problemi ci siano ancora. Non sarà in Davis, anche perché replicare quanto accaduto a Malaga non aveva molto senso. Spero riesca a curarsi bene e a tornare in forma per il 2024″.
E quindi secondo lei sarà Matteo Arnaldi il secondo singolarista?
“Non si può dire perché queste decisioni vanno prese in prossimità dell’evento. Se Arnaldi dovesse continuare a giocare così bene, è chiaro che potrà essere considerato come un titolare, ma alla fine le scelte andranno fatte sulla base della condizione fisica, oltre che dalle caratteristiche“.
In questo contesto, le quotazioni di Lorenzo Musetti sembrano un po’ a ribasso. Pensa che anche quanto stia accadendo privatamente (diventare padre), possa condizionarlo nella sua resa?
“Non saprei perché dipende dalla persona. Potrebbe essere così, come anche il contrario. Altri tennisti, quando hanno appreso di diventare padri, si sono sentiti più sereni e tranquilli, spegnendo i loro bollenti spiriti. Secondo me i problemi sono altri, non è per questo che non vince“.
Può spiegare i motivi?
“E’ una questione di atteggiamento in campo. Il suo rendimento è troppo incostante: un giorno ti può battere Djokovic a Montecarlo e l’altro perdere dal giocatore n.200 del mondo. Sono cose che possono accadere, per carità, ma è il modo in cui perde che mi lascia perplesso, vista la sua passività. E’ su questo che deve lavorare ed è solo lui che può sapere cosa fare. Comunque, posso aggiungere una cosa?“.
Prego, faccia paure.
“Noi giustamente siamo concentrati sui tennisti italiani, ma i problemi non ce l’hanno mica solo loro. Auger-Aliassime sta faticando in una maniera pazzesca a risalire la corrente e non mi si parli di problemi fisici, perché gioca tutte le settimane. Rune? Si parla tanto della schiena, ma se giochi significa che puoi farlo e ha vinto solo una partita dopo Wimbledon. Potrei fare altri esempi. Noi, purtroppo, finiamo per confondere l’eccezione per regola“.
Allora, focalizzandoci sulle eccezioni, ritiene che Djokovic si possa concedere la chiusura in grande stile, vincendo ATP Finals e Coppa Davis?
“Per lui nulla è impossibile, anche se a Torino ci saranno rivali che potranno impegnarlo e spero anche Sinner sia tra questi. Lui, credo, abbia in cima alla sua lista la Davis e poi il Master. Sinceramente, se è focalizzato al meglio, è difficilmente battibile, ma nel tennis non si può mai dire“.
Foto: LaPresse