Senza categoria

Tennis, Carlos Alcaraz e Holger Rune acciaccati: Jannik Sinner migliore nella programmazione

Pubblicato

il

Ci si avvia alla chiusura della stagione nel tennis e si deve fare i conti con quanto è rimasto nel serbatoio. Come è noto, dopo gli US Open, giocatori e giocatrici devono un po’ gestire le proprie energie. Da questo punto di vista c’è chi si è speso molto, andando anche oltre le criticità fisiche, e chi invece ha usato maggior prudenza nella scelta dei tornei.

E’ il caso dei tennisti che si ritiene possano caratterizzare il futuro prossimo del tennis mondiale, ovvero Carlos Alcaraz, Holger Rune e Jannik Sinner. Lo spagnolo, strepitoso in questo 2023, può vantare nell’annata sei titoli, di cui uno Slam (Wimbledon) e due Masters1000 (Indian Wells e Madrid). Un bilancio di 63 vittorie e 9 sconfitte che porta a un totale di 72 match, davvero molti.

Da questo punto di vista, dopo l’appuntamento a Flushing Meadows, si è notato un calo, evidenziato dai ko contro Sinner a Pechino e Dimitrov a Shanghai. Non è un caso che Carlitos abbia deciso di rinunciare all’ATP500 di Basilea per recuperare da qualche acciacco al piede e ai glutei. Una situazione frutto di una programmazione forse anche troppo spinta, alla ricerca del primato in classifica, che però evidenzia anche il fatto che Alcaraz sia soggetto agli infortuni per il suo modo di giocare, come era accaduto sul finire del 2022 e all’inizio di quest’anno, citando il forfait agli Australian Open e anche il problema nel corso della Finale di Rio de Janeiro, con annessa rinuncia al torneo di Acapulco. Probabilmente, qualcosa andrà rivisto.

Questioni fisiche che riguardano anche Rune, afflitto da problemi alla schiena dagli Internazionali di Roma e in crisi di risultati da Wimbledon. Non è un caso che degli ultimi dieci incontri disputati ne abbia vinto solo uno. Anche in questo caso la scelta di continuare a giocare, pur con evidenti criticità, non si sta rivelando la via migliore per il talentuoso danese.

In controtendenza la visione di Sinner, che alla fine della fiera ha messo insieme 65 partite, conquistando tre titoli e diventando il n.4 della classifica mondiale. Contrariamente ai suoi giovani rivali, Jannik ha deciso di fermarsi in maniera “scientifica” proprio per prevenire danni ulteriori al proprio fisico, facendo in taluni casi anche storcere il naso qualcuno (assenza in Coppa Davis). La gestione, per questo, è parsa più oculata sulla base delle differenti caratteristiche dell’atleta. L’altoatesino ha un fisico completamente diverso da Alcaraz e Rune, che impone anche un percorso diverso.

La programmazione, però, ha sorriso all’azzurro che ha avuto meno contrattempi degli altri due tennisti in quanto a gravità di lesioni, potendo giocare molto di più dell’anno passato, quando era lui a fare decisamente fatica sotto questo aspetto. In uno sport sempre più massacrante come il tennis, una corretta scelta di cosa giocare e cosa no è determinante nella conservazione della prestazione sul lungo periodo.

Foto: LaPresse

Exit mobile version