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Tennis: gli Australian Open 2024 inizieranno un giorno prima

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Rod Laver Arena

Da 14 a 15 giorni. La via era stata aperta dal Roland Garros nel 2006, e ora questa viene seguita anche dalle parti di Melbourne. L’edizione 2024 degli Australian Open, infatti, partirà di domenica e avrà alcune importanti modifiche anche a livello di programmazione giornaliera, evidentemente “chiamate” dalle lamentele di Andy Murray che si è trovato in campo fino alle 4:05 (ora aussie) contro Thanasi Kokkinakis al secondo turno. Vero, lo scozzese e l’australiano per poco non hanno battuto il record di Lleyton Hewitt e Marcos Baghdatis nel 2008, ma il problema è rimasto.

E, a quanto pare, Craig Tiley ha deciso di aprire le orecchie: “Abbiamo ascoltato i pareri di giocatori e tifosi e siamo contenti di offrire una soluzione che minimizzi le conclusioni tardive, continuando allo stesso tempo a fornire una corretta ed equa programmazione sui campi principali. Il giorno in più porterà a realizzare questo obiettivo, dando benefici sia ai giocatori che ai tifosi. I primi turni verranno ora giocati su tre giorni invece che su due, dando ai fan un giorno in più di tennis incredibile, intrattenimento, cibo e divertimento con la famiglia. Ogni anno il nostro team lavora per dare agli spettatori un evento che sia nuovo ed entusiasmante, e questa è un’ulteriore opportunità per far crescere quello che è il più grande evento sportivo al mondo nel mese di gennaio“.

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Veniamo ai dettagli: con la partenza di domenica ci sarà un incremento delle sessioni vendute per biglietti, che saliranno da 47 a 52 (in pratica, ce ne sono due in più per Rod Laver Arena, Margaret Court Arena e una per la John Cain Arena). Inoltre, sui due campi principali i match della sessione diurna saranno ridotti da tre a due, lasciando invariata la sessione serale a due. Un concetto, questo, simile a quello degli US Open e diverso dal Roland Garros, dove i match mattutini sullo Chatrier sono tre e quello serale è uno.

Si divide dunque a metà il novero degli Slam, perché restano con la programmazione su 14 giorni Wimbledon e US Open. In particolare, i Championships hanno il calendario più prevedibile in base al fatto che i campioni dell’anno precedente aprono rispettivamente il programma del lunedì (uomini) e del martedì (donne). Va ricordato che anche New York, per due anni, ha sperimentato i 15 giorni, ma creando un calendario arbitrariamente spalmato sulla finale femminile di domenica e su quella maschile di lunedì, con il primo turno dal primo lunedì al mercoledì pur di aggiustare possibili problematiche legate alla pioggia che, in quegli anni, giungevano puntuali (difatti per otto volte di fila la finale maschile si è giocata o è finita di lunedì). Dal 2016, con il Super Saturday eliminato, anche la Grande Mela si è allineata agli altri Slam. Che, ora, si disallineano, ma con una scelta senz’altro più sensata.

Foto: LaPresse

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