Tennis

Tennis, Nargiso: “Sinner vuole provare a vincere le Finals. Musetti, c’è un pericolo da evitare”

Pubblicato

il

Ci si avvia alle ultime battute della stagione per il tennis mondiale. Le ATP Finals di Torino sono sempre più vicine e anche la fase finale della Coppa Davis si avvicina sempre di più. Jannik Sinner è riuscito a raggiungere un traguardo importante, ovvero quello del n.4 del mondo, eguagliando il record di Adriano Panatta e mostrando segnali importanti nel corso della trasferta asiatica, visto il successo nel prestigioso ATP500 di Pechino dove ha piegato in semifinale e in Finale Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev.

Certo, l’uscita di scena negli ottavi di finale del torneo immediatamente successivo a Shanghai pone l’accento sulla difficoltà di Sinner di rendere ad alto livello in maniera continuativa, come già era capitato nella doppietta Toronto-Cincinnati, anche se in questo caso tutti i giocatori che sono andati molto avanti nel torneo della capitale cinese hanno avuto lo stesso destino di Jannik, ivi compresi Alcaraz e Medvedev.

Per tracciare un bilancio di quanto fatto dall’altoatesino, ma anche parlando di altro, ci siamo rivolti a Diego Nargiso, ex tennista di buon livello a livello ATP e ora impegnato in vari progetti della FITP, tra cui anche quello di tecnico e gestore.

Diego, bentrovato. Partiamo da Jannik Sinner. Trasferta asiatica estremamente positiva, ma la conferma della difficoltà dell’italiano a ripetersi da un torneo all’altro. E’ d’accordo?

In parte. Sicuramente Sinner ha come gap più importante rispetto a chi lo precede in classifica la continuità di rendimento ad alto livello, cioè il riuscire a replicare il suo status più alto con costanza. Tuttavia, in questo 2023, è riuscito a farlo diverse volte altrimenti non avrebbe la classifica che ha e anche in Asia ci sono stati dei passi in avanti, visto che ha battuto in successione Alcaraz e Medvedev, in partite in cui ha alzato ulteriormente l’asticella“.

E allora la sconfitta a Shanghai contro Shelton come la valutiamo?

Partiamo dal presupposto che siamo in una fase particolare della stagione, in cui i tennisti più forti che hanno giocato tanto stanno un po’ raschiando il barile. Jannik è prossimo alle 70 partite nel 2023 e, di conseguenza, ci può stare che dopo che si vince un torneo come Pechino, dove ricordo ha battuto anche Evans e Dimitrov con problemi di salute di vario genere e il bulgaro ha battuto Alcaraz a Shanghai, si faccia più fatica a recuperare. Certo, allargando il discorso a livello Slam, lo step che deve fare è quello fisico perché il livello di gioco ce l’ha e l’ha fatto vedere. Un aspetto, comunque, già molto migliorato perché ci sono il ranking ATP e la Race a certificarlo. Inoltre, parlando della partita, Shelton è un profilo molto interessante, che è già una realtà: ha fatto quarti agli Australian Open e semifinale a New York quest’anno. Non stiamo certo parlando di uno sprovveduto, che sul cemento nel 2023 ha dimostrato di essere un top nelle settimane ‘buone’, e io credo possa ancora migliorare come anche Sinner“.

Proiettandoci quindi alle Finals di Torino, Sinner con che ambizioni ci arriva?

Per me il suo obiettivo è vincere a Torino e la sua programmazione è su quello. Non è un caso che abbia scelto di cancellarsi da Anversa per dedicarsi al recupero e all’allenamento. Quest’anno lui ha deciso di adottare questo approccio, incrociando il lavoro fisico in palestra con quello in campo proprio per rafforzarsi, nella consapevolezza di essere indietro. Sta crescendo e continuerà a farlo perché il percorso intrapreso è quello giusto. Certo, incontrerà avversari molto forti al Pala Alpitour, ma in condizione Jannik è degno della classifica che ha e quindi può giocarsi le sue carte“.

E magari potrebbe anche dare un contributo in Coppa Davis?

Vedremo, dipende quale sarà la sua forma. Spero che Filippo Volandri possa disporre della formazione tipo e che Jannik faccia la differenza in singolare. La Davis è posizionata poco dopo Torino e quindi il fattore fisico è molto importante nelle scelte. Spero che ci possa essere anche Matteo Berrettini, che potrebbe tornare in condizione proprio per Malaga. Voglio comunque fare i complimenti a Volandri che a Bologna ha ricevuto davvero troppe critiche, avendo il coraggio di credere in Arnaldi e di puntare su un Sonego. C’è lo spirito giusto nel gruppo e spero di rivederlo anche in Spagna. L’Italia si presenta per essere protagonista“.

Ha citato Arnaldi, lei lo conosce da parecchio tempo. Che giocatore è il ligure e quali sono le sue prospettive?

Matteo lo conosco da quando aveva 13 anni e si allenava a Sanremo. E’ un giocatore che ha una cultura del lavoro straordinaria ed è un tennista di personalità nel senso che lui scende in campo sempre con l’atteggiamento giusto. La sua arma è nell’attitudine che lo sta portando a crescere mese dopo mese in alcuni aspetti del gioco: dalla pesantezza di palla all’efficacia del servizio. Ha tutto per diventare un grande giocatore, stabilire la sua posizione in classifica è impossibile, lo può sapere solo lui, ma è un tennista assolutamente da considerare per il futuro“.

In conclusione, parlare di delusione per Lorenzo Musetti, visto come aveva concluso il 2022, è azzardato? Cosa ne pensa?

Lorenzo è un grandissimo tennista e noi dimentichiamo, come del resto anche con Sinner, che è un ragazzo giovane. Ci aspettiamo che una persona a 21 anni sia come a 40, ma non è così, o per meglio dire ognuno ha i propri tempi di maturazione. Musetti è stato capace di arrivare in top-20 e ci sarà un motivo, non è stato un caso. Lui deve avere la pazienza di maturare come persona e di riflesso lo sarà come tennista. L’esperienza va fatta sulla propria pelle, non ci sono corsie preferenziali. Il fatto di mettersi fretta con certi obiettivi, per me, è il pericolo. Deve continuare a lavorare e sono certo che il suo valore verrà fuori e sarà sensibilmente migliore di quello attuale“.

Foto: LaPresse

Exit mobile version