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Tennis, Puppo: “Sinner a 13 anni metteva in difficoltà Seppi. Pietrangeli, adesso basta!”
Finito nell’album dei ricordi il China Open 2023. L’ATP500 di Pechino è tornato a far parte del calendario dopo 4 anni. La pandemia aveva costretto gli organizzatori e i gestori del massimo circuito internazionale del tennis a rinunciare ai propri propositi. A succedere a Dominic Thiem nell’albo d’oro del torneo è stato Jannik Sinner.
L’altoatesino si è reso protagonista di un grande percorso, irto di difficoltà nei primi turni, mettendo in mostra delle prestazioni magistrali contro lo spagnolo Carlos Alcaraz (n.2 del ranking) in semifinale e il russo Daniil Medvedev (n.3 ATP) in Finale. Affermazione significativa quest’ultima perché mai Sinner aveva sconfitto il moscovita.
Una settimana fantastica per il ragazzo di San Candido, che a 22 anni ha potuto anche festeggiare la conquista della quarta posizione nella classifica mondiale, andando a eguagliare il miglior posizionamento nel ranking di un tennista italiano (n.4 del mondo), come Adriano Panatta e Francesca Schiavone a livello femminile. Nell’ultima puntata di TennisMania, condotta da Dario Puppo e in onda sul canale Youtube di OA Sport, si è parlato di questo e di altro.
“Il secondo set è stato probabilmente il migliore mai giocato da Jannik in carriera. Per come ha protetto il suo servizio, questo parziale deve essere l’esempio, magari non tattico viste le particolari caratteristiche di Medvedev. Sinner ha messo in campo il 68% di prime, ottenendo il 95% dei punti (20/21) e l’80% con la seconda in battuta (8/10). In sostanza, nella seconda frazione, ha concesso al russo solo 3 punti. Le statistiche ci aiutano a capire la sua prestazione, al cospetto di un Medvedev incredibile nel primo set al servizio (87% di prime in campo), che però a un certo punto non sapeva più cosa fare in risposta per come Jannik ha saputo sfruttare il fondamentale. Queste cose non le ha mai fatte l’italiano, soprattutto in una Finale contro la sua “bestia nera“, l’analisi di Puppo.
Un passaggio interessante c’è stato anche sul rendimento del classe 2001 nostrano negli scontri diretti con Alcaraz limitatamente al circuito ATP: “A mio parere il primo match, a livello Challenger, ha poca consistenza in quanto era come fosse un incontro junior, considerate le età di entrambi. Non c’è poi corrispondenza e logica in quel punteggio rispetto agli altri incontri, pieni di tie-break al primo set. Prendiamo in considerazione, poi, le stagioni nelle quali Alcaraz è stato pienamente del circuito ATP (2022-2023) perché nel 2021 aveva giocato anche le Next Gen a Milano. La situazione vede in vantaggio Sinner 2-1 nello scontro diretto sia nel 2022 che nel 2023“.
Il collega di Eurosport ha poi voluto sottolineare lo spirito con cui Jannik ha giocato in Cina: “E’ sembrato come un giovane cacciatore di leoni con il cuore libero. Ha affrontato le difficoltà contro Medvedev con grande serenità e non pensavo che potesse farlo per come era cominciata la settimana. Evidentemente quando ci sono un po’ di problemi, lui riesce a non preoccuparsi troppo delle partite. Forse si è messo nella condizione giusta, di non avere più remore. Lo si comprende anche dal modo in cui ha accettato gli errori nel corso della Finale, in riferimento agli smash sbagliati: il sorriso che si è concesso la dice lunga. Si può anche criticare, però io faccio fatica, leggendo le statistiche precedenti e notando come abbia giocato contro il russo, seguendo la via del serve&volley con profitto. Solo un 500? E’ un torneo mascherato da qualcosa di più, visti i rivali affrontati ed è significativo che a Pechino sia riuscito a mettere insieme in semifinale e Finale, contro il n.2 e n.3 del mondo, due prestazioni strepitose, vincendo in due set entrambe le sfide. Di conseguenza il successo in questo torneo ha un peso specifico superiore rispetto a quanto fatto nel 1000 di Toronto“.
Una vittoria importante quindi nel percorso di crescita dell’altoatesino e anche un modo per rispondere alle tante polemiche che hanno accompagnato la vigilia della trasferta cinese, in riferimento all’assenza in Coppa Davis a Bologna: “Quella vicenda era ridicola, grottesca ed è andata a finire in fumo. Voglio precisare una cosa: legittimo criticare Sinner, ma quando c’è del materiale. L’ha spiegato bene Piatti in una recente intervista, Sinner deve cercare di sopravvivere a un circuito che richiede molto di più dal punto di vista fisico rispetto al passato. Chi ha giocato anni fa e valuta certe situazioni ora deve anche tenerne conto“.
Puppo poi ha voluto dedicare una considerazione alle affermazioni di Nicola Pietrangeli, che ha sottolineato quanto sia ancora lui il migliore come classifica alltime a livello italiano (n.3). Nel suo caso però si parlava di un tennis diverso e per di più di non professionisti: “Massima stima per lui, ma sbaglia. Basta con queste cose, è cambiata la musica e ci si deve aggiornare. Il quattro è il numero significativo, il tre di Pietrangeli ha un valore differente perché era un tennis diverso“.
A conclusione anche una riflessione su dove tutto sia iniziato nel caso del tennista nostrano: “Spizzica, Sartori e Piatti sono stati tre elementi fondamentali nella formazione di Sinner, spostando il proprio focus sul tennis e non sullo sci dove probabilmente non avrebbe avuto così successo. So che negli allenamenti con Seppi, a 13 anni e mezzo, Jannik lo metteva in difficoltà lungo la diagonale di rovescio, quindi quelle qualità si erano subito notate. Quando è stato portato da Piatti, il grande merito del tecnico è stato quello di comprendere le sue capacità, chiedendo espressamente il trasferimento a Bordighera“.
VIDEO ULTIMA PUNTATA TENNISMANIA
Foto: LaPresse