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Volley femminile, ricomincia la A1 due settimane dopo il Preolimpico: tempi di recupero azzerati per le giocatrici

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La pallavolo non si ferma mai. Ognuno vuole il suo spazio, nessuno è disposto a rinunciare, anzi si inseriscono sempre più eventi e ormai l’abitudine è quella di giocare sempre, senza soluzione di continuità. La stagione dei club si è chiusa a maggio inoltrato ed era già di fatto iniziata quella delle Nazionali, poi la VNL, l’Europeo, i tornei di qualificazione olimpica e, una settimana, poco più, dopo, riparte il campionato di A1 femminile.

Non è più una questione di un solo anno su quattro in cui bisogna stringere i denti, soffrire con la prospettiva di riposarsi in seguito. Per chi gioca in Nazionale nelle ultime tre stagioni post covid ci sono stati due Europei, tre VNL, un Mondiale e un torneo di qualificazione olimpica nell’arco dei tre, quattro mesi estivi, mentre in inverno l’alternanza campionato (a 14 squadre) e Coppe Europee è quasi asfissiante.

C’è chi regge e chi no, di questo bisogna esserne ben consapevoli perché sono sempre più numerose le giocatrici che vanno incontro a problemi di carattere fisico e psicologico ma a chi decide questo evidentemente interessa il giusto perché il post Covid ci ha insegnato che si può giocare sempre, anche se l’obiettivo era quello di recuperare eventi che non si erano disputati nelle due stagioni precedenti.

Dal canto loro le società sportive italiane reclamano il loro spazio. Lo sponsor paga per avere visibilità e prima di questa rivoluzione aggiuntiva, doveva portare un po’ di pazienza solo nell’anno olimpico, quando si chiudeva la stagione dei club un po’ prima per dare alle Nazionali la possibilità di preparare al meglio l’evento clou del quadriennio. Ora i Giochi sono una delle tantissime manifestazioni che si disputano in estate e dunque la visibilità per chi sgancia fuori di centinaia di migliaia di euro per avere visibilità è spesso compattata in sei mesi, a volte meno, da ottobre a inizio marzo.

Il limite è stato raggiunto, forse già da un po’, e nessuno rinuncia, anzi prosegue il “butta su” visto che i Mondiali saranno disputati ogni due anni, così come gli Europei che passeranno agli anni pari, con tanto di Europeo post olimpico, mentre una piccola rinuncia sembra poterla fare l’FIVB che, come pare, cancellerà i tornei di qualificazione olimpica, affidandosi ai tornei continentali e al ranking. In un periodo dove si aggiunge e basta, questa correzione può essere una discreta notizia per l’integrità delle protagoniste assolute del movimento, le giocatrici, che qualche segnale di allarme lo hanno lanciato in questo senso.

Riparte la A1 femminile e si preannuncia grande spettacolo, nonostante qualche campionessa si sia accasata altrove, magari in campionati in cui la pressione non c’è ogni settimana come in quello italiano, per poter arrivare un po’ meno stanchi all’appuntamento olimpico. Le italiane, si dice, sono più abituate a questa situazione e dunque reggono meglio: di sicuro, vista la lunga estate “calda” della Nazionale azzurra l’interesse attorno a questo torneo non mancherà di certo, grazie anche al ritorno di Egonu con la maglia di Milano. La pallavolo non si ferma mai e ci attende una stagione ad altissimi livelli incerta e sicuramente divertente.

Photo LiveMedia/Valerio Origo

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