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ATP Finals 2023, Novak Djokovic può staccare Federer e diventare il più vincente al Masters
Se l’argomento, dal 2016 fino allo scorso anno, è stato “Novak Djokovic riuscirà a raggiungere i titoli vinti da Roger Federer alle ATP Finals?”, ovviamente subordinato fino al 2019 alla mancata vittoria dello svizzero, adesso la questione è un’altra. Il 2023, infatti, potrebbe segnare il sorpasso del serbo nei confronti del nativo di Basilea, che non può più migliorare la propria quota successi essendosi ritirato lo scorso anno.
Sei successi l’uno, sei l’altro: al momento la situazione è questa. Per Federer i successi sono stati, curiosamente, ogni volta a coppie: due a Houston, due a Shanghai, due a Londra, sempre consecutivi. Nel 2003 e 2004 furono le edizioni di Houston, inusualmente (e mai più ripetute) all’aperto: lo svizzero vinse per 6-3 6-0 6-4 su Andre Agassi e poi per 6-3 6-2 su Lleyton Hewitt. Nel 2006 e 2007, a Shanghai, caddero sotto i suoi colpi James Blake (6-0 6-3 6-4) e David Ferrer (6-3 6-3 6-2); la finale del 2007, peraltro, è stata l’ultima partita di livello Masters Series/Masters Cup (come si chiamava al tempo) al meglio dei tre set su cinque prima della definitiva abolizione totale dal 2008 in avanti. Infine, a Londra, i trionfi del 2010 su Rafael Nadal (6-3 3-6 6-1) e Jo-Wilfried Tsonga (6-3 6-7(8) 6-3). Va rimarcato come lo stesso Nadal sia stato battuto da Federer nelle semifinali 2006 e 2007, nonché ai gironi nel 2011.
Quanto al serbo, ogni volta che è arrivato in finale e ha vinto il primo set, ha poi vinto anche il match. Nel 2008, a Shanghai, ha chiuso trionfalmente la stagione del primo Slam battendo Nikolay Davydenko per 6-1 7-5 (il russo gli sarebbe succeduto nella prima edizione londinese), poi, dal 2012 al 2015, il nome sull’albo d’oro è stato solo il suo. Nell’ordine: 7-6(6) 7-5 a Roger Federer, 6-3 6-4 a Rafael Nadal, finale vinta senza scendere in campo per forfait di Federer, poi battuto ancora nel 2015 per 6-3 6-4. Dopo un lungo digiuno, nel 2022 è tornato a trionfare a Torino battendo Casper Ruud 7-5 6-3: con il norvegese si sono ritrovati in finale quest’anno al Roland Garros.
In sostanza, Djokovic è a un passo dalla storia, e quest’anno ha un ruolo che può portarlo a essere il favorito numero uno al Pala Alpitour. Il tutto anche in virtù del fatto che, là dove ha messo piede in campo, ha spesso e volentieri garantito performance del livello più alto, combinando l’esperienza dei suoi 36 anni e la capacità di sfruttare molti punti deboli dei suoi avversari. A Parigi-Bercy ha mostrato che nemmeno quasi nove ore in campo tra ottavi, quarti e semifinale lo hanno fiaccato: c’è da scoprire se qualcuno sarà in grado di dargli fastidio nel maggiore degli impianti italiani.
Foto: LaPresse