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Biathlon
Biathlon, Dorothea Wierer nuova “Lady di Ferro”. A 33 anni è pronta a un inverno da protagonista
Cambiano le facce, gira la ruota del tempo, ma la vecchia carabina spara ancora nel vento. Siamo alla vigilia della stagione 2023-2024 e Dorothea Wierer è pronta a una nuova sfida. L’ennesima, per chi ha ormai raggiunto l’Età di Cristo ed è consapevole di aver fatto una scelta opposta a quella di tante altre rappresentanti della sua generazione.
In primavera, tutte le ultratrentenni di successo hanno deciso di dedicarsi ad altro nella vita. Lei no. Il richiamo dei Giochi olimpici 2026 è troppo acuto per essere lasciato cadere nel vuoto. Primo, perché un’edizione di casa della manifestazione a Cinque Cerchi capita una volta nella vita. Se capita. Non tutti hanno questo onere e onore. Secondo, perché per lei il concetto “di casa” è elevato al quadrato. Il biathlon si terrà ad Anterselva, cioè dove l’azzurra è cresciuta. Terzo, perché l’oro olimpico è l’unica gemma mancante dal palmares di una delle atlete italiane più blasonate di sempre.
Milano-Cortina 2026 non è propriamente dietro l’angolo per chi ha 33 anni. Una volta superati i 30, ogni stagione può essere quella in cui il corpo scende inesorabilmente di uno “scalino biologico”, perdendo in via definitiva la competitività avuta in precedenza. La dinamica, talvolta, si verifica all’improvviso e senza alcuna avvisaglia. Per Wierer, però, quel momento non è ancora arrivato. Nel 2022-23 ha chiuso la classifica generale in seconda posizione, a dimostrazione di come sia ancora all’altezza di rivali di almeno un lustro più giovani.
Insomma, le motivazioni agonistiche ci sono e il fisico le sostiene. Dunque, perché fermarsi? Soddisfatte le due condizioni appena esposte, proseguire la propria attività è naturale. Non c’è più nulla da dimostrare e, come già scritto dodici mesi orsono, qualsiasi risultato conseguito dopo Pechino 2022 va considerato come un “di più”. Un’aggiunta a una carriera già fulgida di per sé. Dorothea si può permettere di non avere particolari obiettivi, consapevole del fatto che, se starà bene, si ritroverà automaticamente al vertice. “Facendo il suo”, come ha sempre fatto, può togliersi nuove soddisfazioni.
Per esempio, nell’immediato, può coltivare l’ambizione di diventare la donna più vincente in assoluto sulle nevi di Anterselva. Inoltre i Mondiali si terranno a Nove Mesto na Morave, località che riporta alla mente tanti bei ricordi di gioventù. Non solo le 3 medaglie d’oro iridate juniores del 2011, ma anche il bronzo iridato senior con la staffetta del 2013; un’epoca in cui l’Italia, sul podio, non era ancora salita.
Tanta acqua è passata sotto i ponti e il desiderio degli appassionati è che tanta ancora ne possa passare. Dal punto di vista di Dorothea, l’augurio è che il suo organismo sorregga la sua granitica determinazione e il suo talento sopraffino per almeno un paio d’anni. La parabola agonistica non è uguale per tutte e, a dispetto delle tante primavere già sulle spalle, il domani può appartenere (ancora) a lei.
Foto: Fisi Pentaphoto