Biathlon
Biathlon, Lisa Vittozzi, rialzatasi dopo aver inciampato, è pronta a scoprire la vera bellezza della vita
Esattamente un anno fa, alla vigilia del 2022-23, su Lisa Vittozzi si era scritto che “è come se si fosse chiusa fuori dal club delle big tutta da sola, senza riuscire a trovare la chiave per rientrare. Come questo sia avvenuto e soprattutto dove sia finita la suddetta chiave nessuno lo sa. Di certo c’è che lei sta frugando da anni nella borsa, senza riuscire a recuperarla”. Ebbene, a dodici mesi di distanza, si può affermare che la benedetta, agognata e salvifica chiave è finalmente saltata fuori!
La passata stagione ha difatti sancito il ritorno della sappadina nel luogo a cui appartiene, ovvero al gotha del biathlon. La luce, così come si era spenta ex abrupto a marzo del 2019, si è altrettanto riaccesa d’emblée a novembre 2022. L’ovvia conseguenza è stata quella di rivedere Vittozzi inanellare un risultato di peso dopo l’altro, compresa una medaglia di bronzo individuale ai Mondiali e la Coppa di specialità della 15 km.
Le aspettative in vista dell’inverno 2023-24 sono, dunque, elevate. La ventottenne di scuola friulana non si è nascosta e ha dichiarato come la conquista della Coppa del Mondo vada considerato un obiettivo. Il traguardo è indubbiamente raggiungibile, perché la grande qualità di Lisa è quella di essere solida e non avere punti deboli. È competitiva sugli sci e spara molto bene. Sommando i due addendi, ne viene fuori un’automatica candidata al successo in ogni gara.
Chiaramente, vincere la Sfera di cristallo non è scontato. O si è semi-divinità, come solo tre/quattro biathlete sono state in passato, oppure bisogna fare i conti con fattori indipendenti dalla propria volontà. Anzi, persino alcune fuoriclasse assolute hanno faticato a imporsi nella classifica generale. Vale, per tutte, l’esempio di Darya Domracheva, che ha dovuto aspettare a lungo prima di stringere fra le mani l’ambito trofeo.
D’altronde i margini di manovra sono minimi. Anzi, in alcuni casi proprio non esistono. I malanni sono dietro l’angolo per tutte (Lisa ne sa qualcosa, inseguimento dei Mondiali di Oberhof docet). Oppure mezzo centimetro può fare la differenza tra la vittoria e un piazzamento fuori dal podio. Al riguardo, bisognerebbe soffermarsi a riflettere su cosa sono 5 millimetri quando ci si trova a sparare, sotto sforzo, a bersagli posti a 50 metri di distanza.
Sono dinamiche insite al biathlon stesso, uno sport dove ciò che più conta è essere “sempre presenti” al vertice. Orbitando perennemente attorno al “Pianeta trionfo”, prima o poi vi si atterra. Vittozzi ha i crismi per riuscirci, basta solo avere pazienza, come l’ha avuta sinora, sapendo ritrovare la perduta chiave del successo.
Poco importa che abbia perso tre anni. Boris Pasternak, nel Dottor Zivago, scriveva: “Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, che non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita”. Una bellezza che, a chi di anni ne ha 28 in una disciplina dove la maturità agonistica si raggiunge a 30, ha tutto il tempo di svelarsi nella sua interezza.
Foto: Fisi-Pentaphoto