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Biathlon, l’Italia femminile vicina al podio numero 100 in ambito individuale. Il prossimo sarà quello della tripla cifra!

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Dorothea Wierer

L’Italia del biathlon femminile è prossima a raggiungere una pregnante pietra miliare, quella della tripla cifra in termini di podi individuali in gare di primo livello. Il movimento azzurro ne ha, sinora, assommati 99. Dunque, la prossima presenza sul piedistallo più ambìto in àmbito sportivo rappresenterà la numero 100. Si perdoni la coppia di omografi, ma l’occasione era troppo propizia per non essere sfruttata.

È altamente probabile che sia una tra Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi a ricoprire il ruolo di colei che consentirà al nostro Paese di fregiarsi della tessera numero otto di un club di cui fanno già parte Germania (540), Norvegia (339), Russia (257), Francia (248), Svezia (217), Bielorussia (139) e Ucraina (108). Il movimento tricolore ha recentemente superato in tromba la Finlandia, fermatasi a 98 dopo il ritiro di Kaisa Mäkäräinen, che l’aveva trainata per anni.

Il primo podio di sempre, fra le donne, porta la data del 21 gennaio 1993. Lo firma Nathalie Santer, che giungendo terza nell’individuale disputata sulle nevi di Anterselva, permette all’Italia di entrare nella geografia delle “nazioni che contano”. Per la verità, l’oggi cinquantunenne altoatesina è l’unica azzurra a far breccia nelle prime tre posizioni sino al 16 febbraio 2003, giorno in cui Michela Ponza si affianca alla conterranea.

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Pertanto, i due capisaldi iniziali sono pervenuti grazie a Santer. Si è già detto del primo podio, mentre il decimo, quello della doppia cifra, è datato 17 marzo 1994. È invece caratterizzato dal sigillo di Wierer il cinquantesimo, giunto l’11 gennaio 2018.

Davvero impressionante notare come l’Italia abbia impiegato un quarto di secolo ad assommare i primi 50 podi, mentre trascorreranno poco meno di 6 anni da per i successivi 50. Testimonianza di quanto sia cresciuto il movimento tricolore in tempi recenti e di quanto a lungo possa restare al vertice anche nel prossimo futuro.

Foto: Fisi-Pentaphoto

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