Combinata nordica
Combinata nordica, anche quella del 2023-24 sarà una Coppa del Mondo senza mordente e priva di pathos?
La Coppa del Mondo femminile di combinata nordica è prossima alla partenza. Sarà la quarta edizione de jure (la terza de facto) di un circuito che non solo fatica a uscire dalla fase embrionale, ma addirittura perde i pezzi. Sappiamo bene come l’italiana Annika Sieff, una delle cinque atlete più competitive della disciplina, abbia preso la decisione di salutare le compagne d’avventura per specializzarsi nel salto con gli sci.
Delle scelta dell’azzurra e di quali siano le sue prospettive nel suo nuovo ambito si è già discusso ampiamente. Qui si porrà l’accento sul fatto che quanto accaduto rappresenta un duro colpo per la credibilità e l’attrattiva della disciplina, il cui ingresso nella famiglia a Cinque cerchi sin da Milano-Cortina 2026 è stato bocciato dal Cio. Non a torto, poiché le motivazioni addotte dal comitato olimpico internazionale sono condivisibili. “Anche un orologio rotto segna l’ora esatta due volte al giorno” recita un detto popolare.
Proverbi a parte, perdere una delle proprie donne di punta è un pessimo segnale per la combinata nordica. Peraltro, con la migrazione di Sieff, non viene meno solo una protagonista, bensì un’intera nazione, almeno se ci si riferisce all’altissimo livello. L’Italia è destinata a sparire dagli schermi radar tarati per rilevare chi vola alle quote più elevate. Pessimo segnale agli occhi dei censori del comitato olimpico internazionale, per i quali è cruciale avere quanti più Paesi competitivi per il successo.
La disciplina ne ha invece uno solo. Anzi, ha un’unica atleta. La norvegese Gyda Westvold Hansen ha vinto 19 delle 21 gare di primo livello andate in scena nella storia, talvolta palesando una superiorità disarmante. La ventunenne scandinava scende in pista letteralmente da sola, tanto che il suo obiettivo è quello di risultare la migliore sia nel segmento di salto che in quello di fondo. Senza imprevisti d sorta, la nordica è destinata a sbaragliare nuovamente il campo, con buona pace di tutte le rivali. Anche in questo caso solo de jure, ma non de facto.
Foto: La Presse