Seguici su

Senza categoria

Coppa Davis, ora l’Italia può aprire un ciclo! Sinner il leader, con Berrettini possibile un dream team

Pubblicato

il

La Coppa Davis 2023 è finita. E l’ha vinta l’Italia, un’Italia che è passata attraverso ogni genere di difficoltà, a Bologna come a Malaga, tra infortuni, problematiche varie, una sconfitta inattesa, alcune polemiche senza capo né coda e chi più ne ha più ne metta.

La costante, però, è stata la capacità di credere nella possibilità di un obiettivo. E poterlo fare con una squadra che non ha potuto avere mai Matteo Berrettini, che dagli US Open in avanti non ha più messo piede in campo visto l’ultimo dei troppi infortuni del romano. Lorenzo Sonego ha potuto caricarsi la squadra sulle spalle, girando la propria stessa fortuna in quel di Bologna, mentre Matteo Arnaldi ha dimostrato che, da debuttante, si è potuto togliere in fretta dei pesi importantissimi (il match dell’Unipol Arena contro Cristian Garin, il primo di Italia-Cile, e l’apertura della finale contro l’Australia al cospetto di Alexei Popyrin).

Ma, chiaramente, il volto di questa squadra azzurra e non solo è Jannik Sinner. Ormai numero 4 del mondo, autore di un’evoluzione tennistica di enorme importanza, l’altoatesino ha letteralmente preso l’Italia e l’ha spedita dov’è ora. Tre vittorie in singolare, due in doppio, la capacità di togliere punti di riferimento al duo olandese, di battere di nuovo Novak Djokovic (con tanto di triplo match point annullato), di rientrare in campo nel doppio e non avere un attimo di calo neanche in quel caso. Poi, contro Alex de Minaur, è stata vita facile, se non altro perché l’australiano non riesce in alcun modo a trovare contromisure al gioco di Jannik. Non da oggi, ma dal 2019. L’altoatesino sembra non avere più limiti, e la sua proiezione è non solo quella da leader, ma anche da potenziale uomo da vette altissime del ranking ATP. Quelle che, finora, mai nessun italiano ha saputo toccare.

Da Santiago del Cile 1976 a Malaga 2023: l’Italia torna a vincere la Coppa Davis

Al momento sono davvero poche le nazioni con la qualità media che può offrire l’Italia in campo tennistico. Ci sono gli USA, e in teoria ci sarebbe anche un altro Paese, che però è fuori dalla coppa almeno fino a quando perdurerà l’invasione in Ucraina. Ma in questi casi il fatto è che non ci si trova di fronte a una squadra dall’età media veramente giovane. Sinner, del resto, è classe 2001. La stessa di Arnaldi, e Lorenzo Musetti è del 2002. Nondimeno, se il fisico lo sorreggerà, Berrettini ha ancora davanti tanti anni di ottimo tennis: la carta d’identità recita 1996 e questo significa che almeno altre 5-6 stagioni ad alto livello le può mettere insieme. Nondimeno, anche Sonego può ben guardare avanti per qualche stagione. Il tutto sempre considerando che, per quattro ottimi singolaristi, c’è sempre spazio per un doppista: oggi quel ruolo è di Simone Bolelli, ma un domani, per qualche anno, può entrare Andrea Vavassori in attesa di evoluzioni future. Certo, l’intesa Sinner/Sonego in chiave Davis mette davvero in condizione di partire con molta fiducia in numerosissime occasioni.

Oltre a questo, però, esiste anche un altro discorso di prospettiva. E questo porta dritto a quello che può essere il futuro ulteriore, tra qualche anno, quando ci saranno nuovi giocatori a poter dare lustro all’Italia. Sta emergendo Federico Cinà, che sembra il più serio candidato a trovare posto tra gli attuali big del tennis tricolore. Senza dimenticare che c’è anche l’evoluzione di altri della nuova generazione attuale da tener d’occhio: al momento i più avanti sono Flavio Cobolli e Luca Nardi, ma l’onda italiana potrebbe arrivare molto presto.

Foto: LaPresse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità