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F1, nel 2023 non è ancora stato suonato il “God Save the King”. Non capitava dal 1952! Tra Las Vegas e Abu Dhabi ci sarà un successo britannico?

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Union Jack

Il cerimoniale del podio, in F1, è sacro. Passano gli anni, cambiano i protagonisti, ma la procedura rimane sempre la stessa, pressoché immutabile. Conferire i trofei ai primi tre classificati e al rappresentante della squadra vincitrice, con tutto il protocollo annesso, rappresenta un’autentica istituzione del Circus. Compresa l’esecuzione degli inni nazionali, quello del pilota e del team impostisi nel Gran Premio.

Ebbene, la stagione 2023 rischia di passare alla storia per una dinamica davvero singolare. Nelle 20 gare disputate sinora non si è mai udito il “God Save the King”, l’inno nazionale britannico. L’hit parade è guidata da “Land der Berge, Land am Strome”, inno nazionale austriaco (19 esecuzioni), seguito da “Het Wilhelmus”, inno nazionale olandese (17 repliche). Occasionalmente è stato possibile ascoltare l’Himno nacional mexicano, il Canto degli Italiani e la Marcha Real.

D’altronde, se vincono quasi sempre Max Verstappen e la Red Bull, la selezione musicale si fa monotona. Inoltre il Drink Team avrà anche la propria base operativa a Milton Keynes, nel cuore del Buckinghamshire e delle ridenti campagne inglesi, ma la licenza con cui gareggia è quella di chi finanzia l’intero ambaradan, ovverosia la multinazionale delle bevande energetiche con sede a Salisburgo.

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Si tratta di un fatto inconsueto in una categoria dove la Gran Bretagna è, ancor più dell’Italia, la nazione egemone. Per trovare una stagione durante la quale non è mai stato eseguito il “God Save the King” (o “God Save the Queen” se sul trono c’è una donna) si deve tornare al 1952, anno durante il quale fu Fratelli d’Italia a dominare l’auditorio. I 7 GP in Europa vennero tutti vinti dalla Ferrari e tutti con piloti italiani (6 con Alberto Ascari, 1 con Piero Taruffi). Inoltre, nella 500 miglia di Indianapolis, risuonò “The Star-Spangled Banner”.

Il primo “God Save the Queen” si ode il 5 luglio 1953, quando Mike Hawthorn vince il Gran Premio di Francia. Da allora non è passato anno senza un’esecuzione delle sue note. Almeno fino al 2023. Tra Las Vegas e Abu Dhabi i vari Lewis Hamilton, George Russell, Lando Norris non correranno solo per sé, ma anche “for King and Country” come gridavano i fanti inglesi di un tempo. Lo stesso discorso vale per i “soldati di ventura” Oscar Piastri e Fernando Alonso, i quali gareggiano per McLaren e Aston Martin, team battenti l’Union Jack.

Foto: La Presse

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