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F1. Per Charles Leclerc, quel viaggio a Lourdes è meglio farlo davvero. Intanto si affianca a Prost e Schumacher!

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Charles Leclerc

Da ieri, Charles Leclerc può orgogliosamente vantarsi di aver raggiunto Alain Prost, Michael Schumacher e Sebastian Vettel. Sarebbe bello per lui e per i ferraristi se si parlasse di titoli mondiali (almeno 4 per ognuno dei tre citati), ma purtroppo l’ambito in cui il monegasco ha eguagliato il francese e i due tedeschi è un altro. Il fatto di essersi ritirato nel giro di formazione al volante di una Rossa.

Buttiamola sul ridere, perché ormai la stagione 2023 non ha più nulla da dire per il Cavallino Rampante. D’altronde quello che la Scuderia di Maranello doveva fare l’ha fatto a Singapore. La speranza è di replicare l’exploit su un’altra pista anomala come Las Vegas, me se ne riparlerà fra due settimane. Nel frattempo, anche il ventiseienne del Principato ha cominciato a fare ironia su sé stesso, ipotizzando un viaggio a Lourdes.

Prost si ritirò nel giro di formazione in occasione del Gran Premio di San Marino 1991. Fu un inopinato errore del Professore, che si fece sorprendere da una pozza d’acqua nella discesa della Rivazza, partendo in aquaplaning. Uno smacco clamoroso, proprio sotto gli occhi di migliaia di tifosi ferraristi. Difatti, dalla tribuna naturale di Imola partì una bordata di fischi di disapprovazione.

VIDEO F1, l’incidente di Charles Leclerc nel giro di formazione a Interlagos

Il caso di Schumacher fu eclatante, soprattutto dal punto di vista scenico. In Francia, nel 1996, il motore del tedesco esplose in una nuvola di fumo proprio durante il giro di ricognizione. La pole position, artigliata al sabato, fu così vanificata dalla fragorosa rottura del propulsore. Anche Vettel patì un problema alla power unit, seppur meno plateale di quello subito dal connazionale. In Bahrain, nel 2016, Seb parcheggiò a bordo pista una monoposto dal cui posteriore usciva un beffardo filo di fumo.

Come i due teutonici, Leclerc ha patito un problema meccanico, ma di natura idraulica, dinamica che lo ha mandato a sbattere, come il francese. Il caso di Charles ideale trait d’union fra i tre precedenti? A Schumacher, in un certo senso, ha portato bene. Sappiamo quale è stata l’evoluzione della sua carriera in Rosso. Per Prost, viceversa, quell’episodio segnò l’inizio di una crisi irreversibile nel suo rapporto con Maranello, culminato con un clamoroso licenziamento prima dell’ultimo GP di quell’anno. Vettel è rimasto a lungo in Ferrari, ma l’Iride gli si è sempre negato.

Quale sarà il futuro del ventiseienne del Principato lo sa solo Dio. Noi non possiamo far altro che aspettare di scoprirlo, settimana dopo settimana, Gran Premio dopo Gran Premio. Ci si permette, però, di dare un consiglio al #16 ferrarista. Quel viaggio a Lourdes, meglio farlo davvero. Magari non serve a niente, però a questo punto, tanto vale giocarsi pure questa carta in attesa del 2024.

Foto: La Presse

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