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F1, per la Ferrari finisce un 2023 “figlio di nessuno”. È stata una stagione di transizione, ma verso cosa?

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Charles Leclerc

Il 2023 della Ferrari è andato in archivio. È stata una stagione senza capo né coda, sia dal punto di vista agonistico che gestionale. Anzi, diciamo pure che la dinamica di essere stata “figlia di nessuno” in termini organizzativi, ha indubbiamente condizionato in negativo le performance sportive. D’altronde, l’annata appena conclusa è nata male, poiché le sue radici affondano nel marasma organizzativo che ha caratterizzato la Scuderia di Maranello nella seconda parte di 2022.

L’acuta crisi di risultati e di credibilità accusata dal Cavallino Rampante nell’arco di un Mondiale cominciato nel migliore dei modi, ma successivamente deragliato a causa di magagne ed errori di ogni tipo (talvolta surreali), ha portato all’esautorazione di Mattia Binotto e a un cambio di management. È evidente come il caos generatosi durante il 2022 abbia fatto sentire il proprio rinculo anche sul 2023, del quale non si può dire né male, né bene.

O meglio, si può dire “male” se si ragiona nell’ottica di quello che dovrebbe essere l’obiettivo ferrarista, leggasi la conquista dell’Iride. Viceversa, se ne può dire “bene” perché si è riusciti a correggere (per quanto possibile) un progetto sbagliato qual era quello della SF-23, diventata quantomeno competitiva in alcuni contesti dopo l’estate. In realtà trattasi di una stagione insipida, di pura transizione. La domanda da porsi è “verso cosa?

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La risposta la si avrà nel 2024, primo vero anno della gestione di Frederic Vasseur, piombato a Maranello per mettere ordine. Solo nei mesi venturi potrà essere espresso un giudizio sull’operato del manager francese, impegnato in una decisa riorganizzazione delle risorse umane. Fare ordine richiede tempo, pazienza e raziocinio. Non si può pensare di tagliare teste alla ’ndo cojo cojo solo per dare l’impressione di stare effettuando una rivoluzione, quando nella realtà dei fatti si sta solo rimestando la solita minestra. Non sarebbe propedeutico a nulla.

Vasseur si è preso il 2023 per plasmare la “sua Ferrari”, mettendo mano a quella trovata a soqquadro dodici mesi orsono. Solo nella primavera 2024, quando i risultati dei primi Gran Premi saranno noti, ci sarà modo di capire se la transizione vissuta nel corso dell’annata appena conclusa avrà portato ai frutti auspicati da tutti i sostenitori del Team più vincente della storia della Formula Uno, che però di vincente ha ben poco da oltre tre lustri.

Foto: La Presse

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