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L’estasi di Filippo Volandri: “Grazie a tutta l’Italia. Con Arnaldi le pene dell’inferno, l’ho minacciato fisicamente”

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Filippo Volandri ha alzato al cielo la Coppa Davis insieme ai suoi ragazzi. L’Italia ha vinto la massima competizione tennistica per Nazionali, trionfando sul cemento indoor di Malaga al termine di una superlativa cavalcata. Dopo il soffertissimo girone di Bologna e il successo in rimonta nei quarti contro l’Olanda, gli azzurri avevano firmato l’impresa nella semifinale contro la Serbia, dove Jannik Sinner aveva sconfitto Novak Djokovic annullando tre match-point consecutivi. Oggi i nostri portacolori hanno liquidato l’Australia in due incontri e hanno così potuto mettere le mani sulla prestigiosa, magica, ambita Insalatiera.

Il capitano non giocatore Filippo Volandri entra nella leggenda insieme a Jannik Sinner (vincitore di tutti i singolari in terra spagnola), Lorenzo Sonego (sublime nei due doppi giocati in coppia con l’altoatesino), Matteo Arnaldi (oggi risolutori contro Popyrin), Lorenzo Musetti e Simone Bolelli. L’Italia torna sul tetto del Pianeta ad addirittura 47 anni di distanza dalla prima e unica volta, quando il Bel Paese si impose in Cile sotto la guida di Nicola Pietrangeli e con in campo Adriano Panatta, Paolo Bertolucci e Corrado Barazzutti.

Filippo Volandri ha espresso tutta la propria soddisfazione: “Grazie a questi ragazzi, grazie per averli a disposizione, grazie per esserci stati in questi anni. Grazie a tutta l’Italia e a chi ci ha supportati: siamo stati come una famiglia. Ora possiamo veramente essere felici e festeggiare. Questo progetto è partito da lontanissimo, abbiamo affrontato un miliardo di difficoltà, ho sempre avuto il supporto di tutti. Anche di Berrettini: da quando è arrivato con noi abbiamo ancora fatto più famiglia. Non ho parole“.

Il capitano ha poi continuato ai microfoni di Sky: “Arnaldi mi ha fatto passare le pene dell’inferno, ma cosa gli devi dire. Ha dentro qualcosa di non normale, si è ricordato anche di un paio di cose che gli sono state dette minacciandolo fisicamente. Per me è una giornata che sognavo da due anni, quando abbiamo toccato il fondo e lo abbiamo rischiato. Ci siamo infilati in una fessurina prima di vincerla ed è la fotografia di quello che abbiamo passato. La dedico alla mia famiglia, ai miei giocatori e a chi ci ha creduto almeno un pochino”.

Foto: Lapresse

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