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Guido Monaco: “Sinner è stato un po’ ingenuo. La finale più importante resta quella di Berrettini”

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Nuova puntata di TennisMania, sul canale YouTube di OA Sport, con Dario Puppo e Guido Monaco che dialogano circa la finale delle ATP Finals vinta da Novak Djokovic su Jannik Sinner. C’è l’analisi, c’è anche un po’ di sano chiedersi cosa non sia andato per il verso giusto e, chiaramente, c’è anche da riconoscere la qualità del serbo, che ha messo ancora la freccia.

Il discorso inizialmente verte sulla versione dell’azzurro scesa in campo e su alcuni aspetti di Djokovic, come spiega Monaco: “Sicuramente è sembrata una versione di Sinner più simile a quella pre-questi due mesi. Un po’ meno brillante fisicamente, all’inizio mi è parso che Djokovic spingesse molto forte al corpo proprio per mettere in evidenza i problemi sul dritto. Poi la partita ha vissuto tre momenti chiave: il break iniziale da 40-15 dove Sinner non ha chiuso una volée abbastanza facile e poi non ha chiamato un Falco. Gli arbitri o hanno il dono della perfezione o credo che qualche dubbio l’abbiano anche loro. Quello non dovrebbe più succedere. E’ stato un po’ ingenuo. Poi ha dilagato Djokovic, poteva andare sopra un set e due break. Il game del 2-0, ma anche quello del 3-1 per non andare 4-1 che è durato un quarto d’ora, è andato 3-2 e lì ha fatto degli errori banali anche Djokovic. E’ sceso, ha ridato una chance a Sinner che ha sbagliato sullo 0-30 una risposta molto facile da dietro. Un po’ poco brillante, ma Djokovic nel finale sembrava un po’ più abbordabile. Purtroppo oggi Sinner non aveva le energie fisiche né mentali per provare a rientrare. Anche se nel secondo set le occasioni ci sono state“.

E c’è da parlare anche di Hawk Eye, nonché delle tecnologie collegate, visto quanto accaduto sull’1-2 del primo set: “E’ una questione di principio, tra poco i giudici di linea neanche ci saranno più. Se capita una situazione del genere in punti decisivi non dico che falsa la partita, ma rischia di condizionarla. Come ha condizionato il primo set, perché Sinner non era neanche partito così male. Se tiene quel turno di servizio si scioglie un po’, magari va 2-2, Djokovic acquisisce un pochino meno sicurezza. I meccanismi del tennis sono questi. Non dico che quella chiamata abbia cambiato le sorti del set o della partita, però non le capisco. Con la tecnologia che c’è il giocatore deve pensare a giocare e gli arbitri ad arbitrare. Il tennis da questo punto di vista è atipico perché il giocatore spesso è piazzato meglio di chiunque altro per vedere. Anche l’arbitro deve avere la possibilità, se ha dei dubbi, e sono sicuro che hai dei dubbi, perché se non ne ha è meglio che cambi mestiere. Lo stesso tipo di challenge che hanno i giocatori. Sinner deve vedere dall’altra parte del campo una palla? A parte questo episodio Aurélie Tourte è bravissima, in quel caso non poteva fare niente se non un overrule, ma era molto azzardato. Ha una personalità nel tenere a bada il pubblico. Meritata questa finale“.

L’impressione, del resto, è offerta anche dal grande intervallo di tempo tra il primo successo del serbo alle Finals (allora Masters Cup) e questo: “15 anni dal primo successo è qualcosa di pazzesco. Ed è ancora più pazzesco che per 7 anni non abbia vinto le Finals. E se posso aggiungere una cosa: edizione da ricordare con Sinner in finale, che ha battuto tutti questi giocatori. Non si può che fargli i complimenti. Alla fine si è ricordato la Coppa Davis e c’è stata una mini ovazione. Siamo un Paese che dimentica. Cavoli, ma Berrettini ha fatto la finale a Wimbledon due anni fa. Non l’ha detto quasi nessuno! Poi l’hanno ricordato per fortuna in telecronaca, alla fine, o forse sono stato distratto io. Si è detto in giro ‘la finale più importante’, il chiaro. La finale di Wimbledon per me rimane, a oggi, nel tennis recente, l’impresa più grande. Sono sicuro che Sinner supererà Matteo, farà anche meglio. Ma a oggi è giusto riconoscere a chi non ha memoria né futuro, che Berrettini due anni fa, non cento, ha fatto la finale a Wimbledon. E di nuovo c’era questo qui a strozzarci un po’ l’urlo in gola“.

Infine, una considerazione relativa alle chance di Sinner di farcela e un appello nel quale, in realtà, non è così solo: “Anche se avesse battuto Djokovic martedì e poi fosse stato ad allenarsi e riposarsi cinque giorni forse avrebbe potuto ripetere quella prestazione. Ma nel frattempo ha dovuto giocare tre set duri con Rune, soprattutto due, e poi una semifinale durissima in cui qui e là si era notato qualche calo di benzina, qualche scricchiolio qua e là, a maggior ragione dopo la prestazione di Nole io mi aspettavo abbastanza, purtroppo, un andamento del genere. Per fortuna c’è stato quel set lungo che non ha dato quella sensazione di 6-3 6-3 in un’ora e 20. Un po’ di lotta c’è stata. Non cambiava niente oggi, ma finale 3 su 5 nei grandi appuntamenti!“.

VIDEO: LA PUNTATA COMPLETA DI TENNIS MANIA

Foto: LaPresse

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