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MotoGP, il 2023 è l’anno dell’Apoteosi Ducati. E il trionfo più grande è aver attirato Marquez…

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Francesco Bagnaia

Il vero tema del 2023 della MotoGP non è rappresentato dal nome del Campione del Mondo in carica, bensì dal fatto che a trionfare sia stata un’azienda. Ovviamente, si parla di Ducati, capace di instaurare una supremazia che nella categoria non si vedeva da un ventennio. Bisogna tornare agli albori dell’attuale classe regina, quando si passò dalla 500cc ai motori a quattro tempi, per trovare qualcosa di analogo.

Honda, già egemone nella seconda metà degli anni ’90, sbaragliò il campo. Le prime versioni della RC211V consentivano a Valentino Rossi di vincere i Mondiali con irrisoria facilità, disponendo a piacimento di avversari non certo alla sua altezza, ma catapultati al vertice da un mezzo meccanico superiore. I vari Sete Gibernau, Alex Barros e Toru Ukawa si sono trovati a recitare ruoli da protagonisti – più o meno a lungo – grazie a una moto inavvicinabile dalle altre.

Fu proprio il Dottore, con la sua decisione coraggiosa e incosciente di legarsi a una Yamaha in crisi per dimostrare, senza “se” e senza “ma” di essere il migliore in assoluto, a rimescolare le carte. Certo, dal 2004 in poi abbiamo assistito ad annate dominate in lungo e in largo, ma sempre da un binomio. Lo stesso Rossi del 2005, il Casey Stoner del 2007 e Marc Marquez (a più riprese) hanno tutti vissuto stagioni da satrapi. Cionondimeno, la loro era una superiorità ad personam, non diffusa tra i compagni di marca.

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Ducati, nel 2023, ha sbaragliato il campo facendo leva “sul branco”.  Al di là del fatto di aver vinto la stragrande maggioranza dei Gran Premi e delle Sprint, è impressionante notare come tutte le frecce in faretra abbiano fatto centro. Sei degli otto centauri di Borgo Panigale hanno trionfato in almeno un GP. Chi non c’è riuscito si è comunque imposto in una gara dimezzata o ha artigliato almeno una pole position.

La classifica finale del Mondiale, poi, è emblematica. Tre piloti appartenenti a tre team diversi nelle prime tre posizioni, peraltro alla guida di due modelli diversi. Un esito mai visto, una total dominance che ha annichilito ogni concorrente, a cominciare dalle aziende giapponesi. Le case nipponiche abituate a dettare legge e imporre la linea tecnica, sono state surclassate sotto ogni aspetto tecnologico.

Tuttavia, volendo essere provocatori, si può affermare che il più grande trionfo della Casa di Borgo Panigale sia stato quello di attirare a sé Marc Marquez. Deciso a dimostrare di non essere sul viale del tramonto, bensì di non poter più  volare alle quote più alte esclusivamente perché affardellato da una Honda attanagliata da una crisi tecnica senza precedenti, l’Iberico ha stracciato un contratto già firmato con l’azienda per la quale correva da sempre e ha lanciato un messaggio poderoso: “Meglio avere per le mani una Ducati dell’anno precedente in una struttura satellite, piuttosto di gareggiare in un altro Factory Team”.

Si può dire tutto del veterano spagnolo, ma non che difetti di intelligenza. Se il trentenne catalano ha forzato la mano significa come, in questo momento storico, la seconda scelta di Borgo Panigale sia pur sempre preferibile a qualsiasi altra prima scelta. È questa la fotografia concettuale che corona l’apoteosi ducatista vissuta in questo 2023 appena terminato.

Foto: La Presse

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