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Olimpiadi Milano-Cortina 2026, tramonta anche la ‘pista tedesca’ per ospitare bob, skeleton e slittino

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È definitivamente tramontata, ammesso che sia mai davvero sorta, la candidatura tedesca a ospitare le gare olimpiche 2026 di bob, slittino e skeleton. Nelle scorse settimane, Oberhof aveva espresso il proprio interesse ad assicurarsi gli eventi rimasti scoperti, ricevendo però una fredda accoglienza, circondata da un alone di scetticismo.

In primis, per una questione geografica. Il comprensorio di cui si parla è situato in Turingia, proprio nel cuore della Germania. Si trova 650 km a nord rispetto a Cortina d’Ampezzo! Fuori contesto, dunque. In seconda istanza, c’è chi ha sottolineato come la proposta di Oberhof fosse una boutade perché la pista non è omologata per il bob. Vero solo in parte.

A oggi il Rennrodelbahn Oberhof non organizza gare di Coppa del Mondo di bob e skeleton, ma il budello viene utilizzato per gli allenamenti. È inoltre possibile, per qualunque turista, salire come passeggero su un bob pilotato da un professionista, vivendo l’ebbrezza di una discesa a tutta velocità all’interno del tracciato. Il problema dell’impianto è l’assenza del cosiddetto “pistino di spinta”, ovvero una struttura di supporto indispensabile per il riscaldamento e la preparazione degli atleti nell’imminenza delle competizioni.

Olimpiadi Milano-Cortina 2026, il CIO boccia il budello di Cesana

Il comitato organizzatore non è riuscito a ottenere i finanziamenti necessari per edificarlo neppure di recente, quando l’intera struttura è stata rifatta in vista dei Mondiali di slittino 2023. Un lavoro immane, durato due anni e mezzo (dalla primavera 2020 all’autunno 2022) e costato 31,5 milioni di euro (interamente coperti dallo Stato Federato della Turingia e dal Ministero degli Interni).

Ovviamente, l’eventualità di ospitare gare di carattere olimpico avrebbe cambiato le carte in tavola, facendo “magicamente” emergere i fondi per consentire di omologare il budello anche per eventi di bob di livello assoluto. D’altronde, “se si fa trenta si può fare trentuno” (per la verità già abbondantemente fatto, alla luce della spesa appena sostenuta per l’ammodernamento). Proprio in quest’ottica va letta l’espressione d’interesse di Oberhof in ottica 2026. Una mossa pro domo sua nel tentativo di colmare definitivamente la lacuna.

Il Cio però ha scosso in senso orizzontale il ditino. Niente da fare, ma non per questioni logistiche, bensì politiche. La testata inSüdThürigen.de, molto attenta alle dinamiche locali, si è presa la briga di contattare il comitato olimpico internazionale per chiedere delucidazioni in merito alla questione. La risposta è stata. “Abbiamo visto come la partecipazione degli atleti a eventi di carattere internazionale subisca svariate restrizioni da parte di alcuni governi per ragioni politiche. Le nazioni che applicano queste restrizioni non possono essere contemplate e le dichiarazioni ufficiali del governo tedesco non consentono di prendere in considerazione la Germania.

Il riferimento è alle dichiarazioni effettuate (invero qualche mese fa) dal ministro degli interni Nancy Fäser, la quale aveva paventato l’ipotesi di non concedere i visti d’ingresso agli atleti russi e bielorussi che avrebbero dovuto prendere parte a eventi sportivi sul suolo teutonico.

Ricapitolando, Oberhof si è fatta avanti cercando di cogliere la palla al balzo della sede olimpica vacante per chiudere i conti con il proprio pistino di spinta, seppur senza avere alcun supporto concreto garantito da parte delle istituzioni tedesche. Il Cio ha tagliato corto, respingendo l’ipotesi con motivazioni che entrano in un ambito ben più ampio e complesso di quello meramente organizzativo.

Mancano 27 mesi all’inizio dei Giochi olimpici invernali 2026 e ben 36 medaglie (15 nello slittino, 12 nel bob e 9 nello skeleton) non hanno ancora idea di dove saranno conferite. Sempre che vengano conferite, perché nel frattempo, dopo il fiasco della riqualificazione di Cortina, personaggi politici italiani che con lo sport hanno poco o nulla da spartire, si sono messi a ergere sgangherate barricate dopo la bocciatura dell’ipotesi di rivitalizzare l’impianto di Cesana (ipotesi la cui fattibilità era ed è tutta da verificare).

Perché la loro priorità è avere gli eventi in Italia (dove, di grazia?). Intanto il tempo passa, le Olimpiadi si avvicinano e gli atleti di tutto il mondo, viepiù parte lesa, allargano le braccia in attesa di capire quale sarà il loro destino, consci di come forse non risieda nelle mani più qualificate per gestirlo.

Foto: La Presse

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