Salto con gli sci

Salto con gli sci, la Coppa del Mondo femminile 2023-24 parte nell’incertezza e senza una vera favorita

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La XII edizione della Coppa del Mondo femminile di salto con gli sci scatterà il 2 dicembre da Lillehammer (Norvegia). Se qualcuno si aspetta che venga indicata una favorita per la conquista della Sfera di cristallo, resterà deluso. Quanto scritto la scorsa settimana per il settore maschile vale anche per la controparte rosa. Certe dinamiche non si modificano a seconda del sesso di chi si trova in stanga di partenza. Anzi, fra le ragazze ci possono essere cambiamenti nelle gerarchie ancor più repentini e inaspettati.

Basti pensare a quanto accaduto lo scorso anno. La Coppa del Mondo è stata appannaggio di Eva Pinkelnig, atleta di anni 35 entrata e uscita a più riprese dal gotha della disciplina nell’arco di una carriera dalla genesi anomala. Peraltro nel 2020 era stata vittima di un rovinoso incidente, a causa del quale era stata messa ai margini del movimento austriaco. Ritenuta superflua e superata da chi guidava la squadra, la vulcanica saltatrice proveniente del Voralberg non ha solo saputo risollevarsi, ma finanche raggiungere una quota mai toccata in precedenza.

Insomma, se un’ultratrentenne è riuscita nel giro di meno di due anni e mezzo a passare dalla terapia intensiva di un ospedale al tetto del mondo, è evidente come il famoso slogan di una nota marca d’abbigliamento sia la forma mentis da applicare al salto con gli sci femminile. Impossible is nothing, “nulla è impossibile”, insegnava qualche pubblicitario. Impossible is nothing ha dimostrato Eva Pinkelnig, oggi alle prese con qualche acciacco alle ginocchia.

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Per il bene del lettore e il rispetto dell’appassionato, è doveroso ricordare quattro dinamiche. Numero uno. Il Grand Prix è stato dominato in lungo e in largo dalla slovena Nika Kriznar, a sua volta già fregiatasi di una Sfera di cristallo (quella del 2020-21) e reduce da un inverno complesso sul piano psicologico. Numero due. La giapponese Sara Takanashi, la saltatrice più vincente nell’ambito della Coppa del Mondo, ha interrotto l’annosa collaborazione con Janko Zwitter, cambiando tecnico. Per età e struttura fisica, non si può certo escludere un suo ritorno al ruolo di donna da battere. Numero tre. La tedesca Katharina Althaus, oro iridato sul trampolino piccolo, ma eterna seconda di qualcun’altra nella rincorsa alla classifica generale ha cambiato cognome. Dopo essere convolata a nozze, dovremo abituarci a chiamarla Katharina Schmid.

Numero quattro. La lista di ragazze che partono con l’ambizione di recitare ruoli da protagonista è ampia ed è lunga quanto tutto l’orbe terracqueo. Va dal Canada al Giappone. Nella piccola, ma densa, Europa parte dalla Norvegia e arriva in Slovenia, passando attraverso Germania e Austria. L’elenco racchiude almeno un’altra dozzina di nomi oltre a quelli citati. Quali sono le prospettive dell’Italia in tutto questo? Se ne parla diffusamente nella monografia dedicata alle sorti del movimento azzurro.

Foto: La Presse

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