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Sci Alpino
Sci alpino, un’Italia in difficoltà si aggrappa a Martina Peterlini nello slalom femminile
L’Italia dello slalom esce da Levi (Finlandia) con le ossa rotte e l’unica nota positiva è il ritorno su alti livelli di Martina Peterlini. Si sapeva che le azzurre avrebbero fatto fatica su un pendio non particolarmente adatto alle caratteristiche di un gruppo che si esalta quando la pista diventa sempre più ripida, ma nel complesso le aspettative della viglia erano superiori.
Piazzare un’atleta nelle prime dieci era un po’ il risultato che poteva dare morale ad una squadra che da troppi anni non riesce ad esprimere il massimo delle potenzialità, però è innegabile come fosse possibile e doveroso qualificare una pattuglia più numerosa per la seconda manche. Sabato in gara-1 ci sono riuscite in due, Lara Dalla Mea e Peterlini, mentre domenica solo la classe 1997 è riuscita ad entrare nelle prime trenta.
Senza dubbio la sola nota lieta dei primi due appuntamenti di slalom in Lapponia è Peterlini. La nativa di Rovereto torna a fare punti in Coppa del Mondo due anni dopo il 16° posto arrivato nel 2021 proprio sulla Levi Black, qualche settimana prima di rompersi il crociato nella gara di Coppa Europa in Valle Aurina. L’anno scorso per la trentina, con appena quattro gare nel Circo Bianco, è stato di preparazione verso una risalita che doveva iniziare proprio in questa stagione dagli appuntamenti in Finlandia.
Peterlini si è dimostrata capace di mettere in pista la gara giusta al momento giusto: una prima manche attenta e solida (finché il numero di partenza è quello che è) per poi scatenarsi nella seconda parte di gara partendo con una condizione di pista favorevole. La scalata nella starting list per Martina è già iniziata dopo il 17° e il 12° posto ottenuto in Lapponia, dove ha dimostrato anche di esser progredita parecchio sui piani. Arriveranno pendii più adatti all’azzurra, che adesso ha come obiettivo minimo trovare quella continuità di risultati almeno nelle prime 20 che è sempre mancata, anche per via degli infortuni. Per la trentina in questa stagione si può andare all’assalto della top-10 per provare ad avvicinare e perché no superare il miglior risultato in Coppa del Mondo, il settimo posto ottenuto a Jasna a Marzo 2021.
Tra chi ha disatteso di più le previsioni della vigilia sicuramente Della Mea e Anita Gulli. La classe ’99 dopo una prima discreta manche in gara-1 è scesa troppo trattenuta nella seconda, con il solo obiettivo di portare a casa un po’ di punti; domenica invece Lara non è piaciuta per niente, non riuscendo ad incidere neanche sul ripido. La più grossa del weekend azzurro è Gulli, questo perché la Levi Black è cucita sulle sue principali caratteristiche e l’anno scorso era andata a punti per due volte. La nativa di Torino questo weekend ha dimostrato si buoni parziali, come nel caso del sesto tempo assoluto nel secondo intermedio la domenica, ma decisamente troppe sbavature e una luce che si accende e si spegne più volte all’interno di una stessa discesa.
Vera Tschurtschenthaler è un mistero, con solo due qualificazioni a punti in quattordici partenze in Coppa del Mondo; Marta Rossetti ha fatto troppa fatica in un contesto in cui è vero che non si è mai esaltata, ma soprattutto con il pettorale in gara-2 era lecito attendersi di più. Lucrezia Lorenzi è andata vicino alla prima qualifica per la seconda parte di gara, così come qualche curva ben tirata l’ha messa in luce Beatrice Sola. Sicuramente positivo l’atteggiamento dell’esordiente Emilia Mondinelli, che ha bisogno di adattarsi al nuovo contesto e che già in questa stagione può provare a marcare i primi punti.
E’ innegabile che ci si attendesse di più dai primi due slalom stagionali in casa Italia, un salto di qualità complessivo che deve arrivare dopo un paio d’anni che si è iniziato a lavorare in una determinata maniera e verso certi obiettivi. Prima di sparare la croce addosso a un gruppo è doveroso però attendere anche altri riscontri, magari su piste più congeniali alle caratteristiche delle azzurre. La specialità è sicuramente una delle più in sofferenza del panorama dello sci alpino azzurro, ma occhio anche al gigante femminile che ha ormai l’atavico problema di non trovare alternative alle solite Brignone e Bassino.
Foto: LaPresse