Speed Skating

Speed skating, Davide Ghiotto vuole alzare ancora l’asticella: confermarsi nei 10000 e compiere un ulteriore step nei 5000

Pubblicato

il

Il tempo dell’attesa sta per finire. Dal 10 al 12 novembre la Coppa del Mondo di speed skating farà il suo ritorno e al Meiji Hokkaido-Tokachi Oval a Obihiro (Giappone) si farà sul serio. Sul ghiaccio giapponese il massimo circuito internazionale del pattinaggio velocità pista lunga prenderà il via e Davide Ghiotto è tra i personaggi più attesi.

Il 29enne veneto viene da una stagione strepitosa, in cui l’oro nei 10000 metri e l’argento dei 5000 metri nei Mondiali sulle singole distanze di Heerenveen (Paesi Bassi) hanno dato continuità rispetto a quanto si era visto nella stagione, con podi in successione nelle prove distance. Non fosse stato per una squalifica molto discutibile a Tomaszów Mazowiecki, in Polonia, (danneggiamento nel cambio di corsia al norvegese Sander Eitrem), Ghiotto avrebbe primeggiato anche nella classifica generale di Coppa del Mondo della particolare tipologia di gare citata.

Tuttavia, resta l’evidenza che da quel bronzo alle Olimpiadi di Pechino del 2022, nei 10 km, il nostro portacolori abbia compiuto un salto di qualità e sia più consapevole delle proprie possibilità. Ecco che ci si aspetta un ulteriore step, specie nei 5000 metri, distanza nella quale può andare a caccia di miglioramenti cronometrici che possono avvicinarlo ulteriormente al vertice.

Nei 10000 metri si vorrà poi puntare all’ambizioso miglioramento del record del mondo dello svedese Nils van der Poel (12:30.74). Con il 12:41.35, Ghiotto ha sbriciolato il primato italiano che gli apparteneva, portandosi a 10″ dal limite mondiale. Dalle sue dichiarazioni a OA Sport si comprende che il target sia quello, nella convinzione che per essere il migliore di tutti ai Giochi Invernali di Milano-Cortina 2026 servirà mettere in un cassetto il crono di van der Poel. Un percorso lungo, tenendo conto delle trenta primavere sempre più vicine, già studiato con il Direttore Tecnico Maurizio Marchetto perché alle Olimpiadi in casa ci si vuol arrivare da protagonista, magari ripercorrendo quanto fatto da Enrico Fabris a Torino 2006.

Foto: LaPresse

Exit mobile version