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Tennis, ATP Finals 2023. Novak Djokovic e Jannik Sinner pronti a scrivere un inedito paragrafo di storia

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Da domenica 12 a domenica 19 novembre, il PalaOlimpico di Torino sarà teatro delle cinquantaquattresima edizione del torneo oggi conosciuto come ATP Finals. Il nome è cambiato a più riprese nel corso del tempo, ma la sostanza è rimasta la stessa. Si tratta dell’appuntamento riservato ai migliori giocatori della stagione.

La formula è ormai conclamata. Otto tennisti divisi in due gironi da quattro. Solo i primi due di ogni gruppo accedono alla fase a eliminazione diretta, che comincia dalle semifinali. Rare le eccezioni in cui si è seguito un format differente. Nel 1970 e 1971 c’era un round robin puro, dal 1982 al 1985 (in concomitanza con il temporaneo allargamento del torneo a 12 o 16 giocatori) si seguì solo l’eliminazione diretta. Per il resto (dal 1972 al 1981 e dal 1986 a oggi), i connotati sono quelli del torneo ibrido. Magari ancora oggi contestati da qualche purista, ma ormai parte integrante delle dinamiche del circuito.

I riflettori dell’edizione 2023 saranno puntati principalmente su Novak Djokovic, che va alla caccia dell’ennesimo primato. Il serbo ha vinto 6 volte le Finals (2008, 2012, 2013, 2015, 2015, 2022) e un’eventuale settima meraviglia gli consentirebbe di scavalcare definitivamente Roger Federer (impostosi nel 2003, 2004, 2006, 2007, 2010 e 2011). Sono già suoi, invece, i record di successi consecutivi (4) e quello di longevità (i 14 anni di distanza fra prima e ultima affermazione non hanno precedenti).

Tennis: Jannik Sinner può diventare il miglior italiano nel ranking ATP a fine anno nella storia. I primati di Panatta e Berrettini

Anche Carlos Alcaraz potrebbe però avere modo di scrivere la storia. I tennisti spagnoli non hanno un buon rapporto con le Finals. Rafael Nadal, ad esempio, non le ha mai conquistate (il maiorchino si è issato alla finale in due occasioni, 2010 e 2013, inchinandosi però prima a Federer e poi a Djokovic). L’unico “hurrà” iberico è stato urlato da Alex Corretja nel 1998, quando batté in finale il connazionale Carlos Moya.

Ovviamente l’Italia spera che, a sua volta, Jannik Sinner abbia modo di entrare negli annali. Per riuscirci, all’altoatesino sarebbe sufficiente superare il round robin. Tutte le precedenti esperienze di un tennista azzurro si sono difatti risolte con un’eliminazione nella fase a gironi. È stato così per Adriano Panatta nel 1975, per Corrado Barazzutti nel 1977 e per Matteo Berrettini sia nel 2019 che nel 2021 (quando si ritirò prima dell’ultima partita, venendo sostituito proprio da Sinner).

In generale, i giocatori del nostro Paese non hanno mai inciso nelle Finals. Mettendo insieme tutte le partecipazioni, si contano 1 vittoria (centrata da Berrettini contro Dominic Thiem nel 2019) e 11 sconfitte. Anche per questo, il ventunenne sudtirolese ha la possibilità di diventare al volo il miglior italiano di sempre nel contesto del torneo riservato al gotha assoluto della disciplina.

Foto: La Presse

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