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Tennis, Nargiso: “La nuova sfida di Sinner sono gli Slam. Mi sembra chiaro dove stia andando”

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Jannik Sinner

Siamo agli ultimi fuochi della stagione agonistica del tennis. Un’annata, come di consueto, lunghissima e spetterà alle Finali di Coppa Davis a Malaga far calare il sipario in maniera definitiva. Da oggi fino al 26 novembre la storica competizione a squadre del tennis si prenderà la scena, seppur con un format diverso da quello che i veri appassionati hanno conosciuto e apprezzato.

Vero è che si è reduci anche e soprattutto da quanto è accaduto a Torino, con Novak Djokovic che ha dato un’ulteriore dimostrazione di qualità e di longevità (settima vittoria e record) e Jannik Sinner che ha sublimato il suo autunno magico con il raggiungimento della Finale al Master di fine anno, alla sua prima vera partecipazione nella competizione da “titolare”.

Di questo e di altro si è parlato con Diego Nargiso, presente al Pala Alpitour di Torino nel ruolo dell’intervistatore a caldo, oltre che di appassionato e di tecnico, coinvolto nei vari progetti della FITP.

Ciao Diego, bentrovato. Che esperienza è stata quelle delle ATP Finals di Torino?

Un’esperienza straordinaria, grande successo di pubblico e grande livello nelle partite a cui abbiamo assistito. Una grandissima manifestazione sportiva“.

Una grandissima prestazione è stata anche quella di Jannik Sinner. Nella nostra ultima chiacchierata aveva parlato di come si presentasse l’altoatesino e del suo ruolo più da outsider che di favorito. Per quanto detto, è rimasto sorpreso e impressionato dal rendimento del giocatore italiano?

Assolutamente sì, non mi aspettavo un Jannik di questo genere. Ha saputo affrontare tanti giocatori fortissimi e batterli, mostrando un tennis eccezionale e una personalità che mi ha stupito. E’ arrivato alla Finale da imbattuto, ha sconfitto per la prima volta Djokovic e Rune e piegato per la terza volta consecutiva Medvedev. Ricordiamo che era alla sua prima vera presenza alle Finals, ma ha giocato come se l’avesse sempre fatto“.

C’è una cosa in particolare che l’ha colpita più di tutte?

Come aveva detto Nole al termine della loro prima sfida del girone, ha giocato benissimo i punti importanti, al cospetto di un campione del genere. Certo, il serbo poi in semifinale e in finale, stando anche ai dati riportati dall’ATP, ha disputato delle partite straordinarie, ma credo che ora non si debba più parlare di Sinner come di un giocatore potenziale, ma di una solida realtà“.

Djokovic ha dichiarato in conferenza stampa che se Sinner non dovesse vincere Slam e diventare n.1, sarebbe stupito. Lei cosa ne pensa?

Novak ha ragione perché, se dovesse continuare a esprimere questo livello, può ambire a quei traguardi. Del resto, sono concetti che hanno ribadito in tanti. Mi viene in mente Medvedev che, dopo la semifinale persa contro Jannik, si è espresso allo stesso modo. La vera sfida per lui sarà quella di mantenere questo standard negli Slam, il suo obiettivo“.

Alla fine però ha vinto Djokovic, dimostrando una chiara superiorità. Cosa è mancato a Sinner secondo lei?

Il serbo ha giocato una partita straordinaria, credo che nel primo set abbia concesso appena due punti alla risposta e io sinceramente non l’ho mai visto servire in questo modo. Inoltre Jannik per me era un po’ scarico, non arrivava benissimo sulla palla e per provare a contrastare un Nole di quel livello bisognava servire al meglio e poi provare a giocarsela al tie-break, come aveva fatto nel primo incontro. Di base, però, era un match molto difficile“.

Quando descrive Sinner scarico, intende più fisicamente o più psicologicamente? 

Entrambe le cose perché veniva da un match molto duro contro Medvedev e da altri altrettanto lottati ed era alla sua prima vera esperienza a Torino. Pongo l’accento soprattutto su quest’ultimo punto perché non è affatto banale mettere in fila quelle vittorie in poco tempo, non avendo mai affrontato una competizione di questo genere. In più, si è ritrovato ad affrontare Novak dopo pochi giorni, con quest’ultimo super motivato e alla nona finale della carriera“.

A questo proposito le chiedo: Sinner ha fatto bene a vincere comunque quella partita contro Rune, rimettendo in gioco Djokovic?

I giocatori professionisti quando scendono in campo lo fanno per vincere. Ho letto del “biscotto mancato”, ma è un qualcosa che io credo che per un tennista di questo livello non sia minimamente presa in considerazione. In più, Jannik ci teneva moltissimo a battere Rune perché non lo aveva mai sconfitto e voleva regolare i conti con lui. In generale, penso che il percorso intrapreso sia quello giusto e l’aver affrontato Nole nella Finale più importante della carriera, per il momento, è utile per dargli ulteriore stimoli in vista del 2024 dove mi aspetto che possa lottare con il serbo, Alcaraz e Medvedev per i successi Slam“.

Si parla di una pausa invernale più lunga per Jannik, in modo tale da lavorare ancor di più sul suo fisico. Cosa ne pensa?

Rientra nel discorso che facevo sul percorso. Sinner ha la fortuna di avere un team qualificato che sa come gestire la situazione. Nel 2023 ha affrontato tante partite importanti, ne ha vinte più di 60, ha scalato la classifica, per cui mi sembra chiaro in quale direzione si stia andando“.

Prima della pausa invernale, però, c’è la Coppa Davis. Sinner è arrivato ieri a Malaga, quali sono le sue sensazioni?

L’Italia ha una squadra forte e Sinner è la punta di diamante. Dipende dalla condizione dei giocatori e sinceramente se Jannik dovesse stare bene lo rischierei nel doppio in caso di necessità. Si affronta l’Olanda che non è da sottovalutare perché ha tennisti consistenti, spero che Arnaldi, Sonego e Musetti stiano bene perché c’è bisogno di loro“.

Foto: LaPresse

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