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Tennis, Novak Djokovic si scaglia contro l’antidoping: “Vergognoso un controllo a due ore dalla partita”

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Novak Djokovic è un fiume in piena. Il serbo vuole chiudere al meglio la stagione dopo il successo nelle ATP Finals di Torino: l’obiettivo per il numero uno del mondo è vincere la seconda Coppa Davis della carriera dopo quella conquistata nel 2010.

Ieri, in conferenza stampa, il giocatore di Belgrado si è lamentato senza troppi peli sulla lingua della gestione dei controlli antidoping prima del suo match contro Cameron Norrie: “Ho dovuto sottopormi ad un test antidoping a meno di due ore prima della partita contro Norrie. Non è nemmeno stato un controllo antidoping completo, ma solo un prelievo di sangue. Un uomo seduto in angolo mi ha seguito per ore. Ho avuto una discussione con lui, perché in 20 anni di carriera non mi era mai capitato prima. Ho ricevuto una notifica un’ora e mezza prima della partita”.

Ho la mia routine e non voglio distrazioni: pensare al prelievo del sangue, pensare se dovrò donare un campione di urina… Una decisione del tutto illogica. Quando ho parlato con il rappresentante dell’agenzia antidoping, mi hanno detto che il motivo era che sarebbe stato molto tardi dopo la partita e anche per dare tempo all’altra squadra di riposarsi, ma poi ho detto loro che il vincitore della partita non avrebbe giocato il giorno dopo. Ho sempre sostenuto i test, ma non prima della partita. Cosa cambiava? Sarei stato lì a fine partita. Questo è scandaloso. Non c’è nulla da nascondere, ma ci sono anche dei limiti”.

Djokovic ha avuto da ridire anche sui tifosi inglesi dopo il suo match di singolare: “Mi hanno fischiato tutta la partita. E’ mancanza di rispetto, ma è una cosa per cui devo essere preparato. In Coppa Davis è normale che a volte i fan oltrepassino il limite e anche tu entri nella foga del momento, quindi reagisci. Possono fare quello che vogliono, ma risponderò sempre. Questo è quello che è successo”.

Foto: Lapresse

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