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Volandri verso la Coppa Davis: “Sinner certezza, mi devo adattare ai giocatori”. E su Vavassori…

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Filippo Volandri

L’Italia si sta preparando per essere grande protagonista alle Finals di Coppa Davis, che andranno in scena a Malaga (Spagna) dal 21 al 26 novembre. La nostra Nazionale incrocerà l’Olanda ai quarti di finale e vuole farsi strada, con il sogno di alzare al cielo l’Insalatiera. Filippo Volandri è stato ospite dell’ultima puntata di Tennis Mania, trasmissione del canale YouTube di OA Sport, e ha parlato di alcune assenze con cui ha dovuto i conti nel corso della sua esperienza da capitano non giocatore in Coppa Davis: “Mi sono abituato a fare con quello che c’è e non con quello che avrei voluto che ci fosse. Questa esperienza, che è iniziata da due anni e mezzo, mi ha insegnato tantissimo e tanto mi deve insegnere. Io posso avere tutta l’esperienza che voglio da giocatore, lavoro come tecnico da sette anni e a Sky da più di dieci, mentre qui l’esperienza la sto facendo ed è l’unica cosa che non si può comprare al supermercato“.

La guida dell’Italia ha poi proseguito:Inutile nascondersi dietro un dito: avere Sinner ti dà una certezza. Il resto siamo stati abituati a costruirlo, in base all’adattabilità dei ragazzi alla superficie. L’anno scorso Bologna era più lenta della terra rossa, questa volta era molto più veloce. Dovremo vedere che tipo di superficie sarà: quest’anno sembrano essere diverse e parlando con chi organizza ho saputo che noi avevamo un tipo di superficie, in Croazia ce n’era un’altra ancora e non era scelta dal Paese ospitante“.

In vista delle Finals di Malaga:Noi arriviamo sabato 18, ma come la Serbia siamo le ultime a giocare e quindi avrò qualche giorno in più per scegliere. Le scelte che faccio le faccio in base all’affidabilità che mi danno i ragazzi, metto tutti insieme e faccio le mie scelte. Noi giocheremo giovedì 23 novembre, avremo poi eventualmente un giorno di riposo prima della semifinale“.

Guido Monaco si è soffermato su un aspetto interessante: Volandri non ha a disposizione giocatori di esperienza in Coppa Davis, tranne Berrettini che però non ci sarà in Spagna. Il commentatore di Eurosport ha analizzato in questo modo: “Tutti sono attaccati, ma Berrettini ha un passato di competizioni a squadra con l’Aniene e quindi lui ha questa cultura sportiva di giocare in una competizione a squadre e questo può spiegare perché Sinner non senta, ma non è una colpa, la Coppa Davis o metta davanti altre cose“.

Volandri si è dichiarato d’accordo e ha argomentato questa analisi: “Tutti noi abbiamo avuto percorsi diversi. Io e Berrettini siamo cresciuti in un circolo dove vedi i ragazzi di Serie C giocare. Io sono partito da lì, poi arriva la Serie B e la Serie A, lo vedi come il raggiungimento di un obiettivo. La Davis è il sogno più grande che c’è, Sinner questa parte l’ha saltata: non è cresciuto in un circolo di tennis, è stato catapultato da un paesino in un’Accademia, con un percorso diverso rispetto a quello che hanno fatto tutti. Con me hanno esordito Musetti, Sonego, Berrettini, Sinner, Arnaldi e Jannik, che quando c’è ti dà il 2000%, è molto uomo squadra, ha un rapporto strepitoso con i ragazzi. Ha un fuoco dentro che hanno in pochi. Non serve a niente demonizzare uno dei nostri grandissimi campioni, si è fatto sentire tutti i giorni a Bologna: non è venuto come Berrettini perché aveva degli impegni, ne abbiamo parlato. Berrettini soffre come una bestia di non poter giocare in Davis“.

Filippo Volandri segue alcuni giocatori durante i tornei:A me andare nei box serve per capire come gli allenatori parlano ai giocatori sotto stress, io li ho due o tre settimane all’anno. Vado nei box per capire come gli allenatori gli parlano: io sono cinque persone diverse, ognuno vuole che gli si parli in maniera diverse, io devo essere bravo ad avere una comunicazione diversa con ciascuno, sono io che mi devo adattare a loro e non viceversa. In Davis ci sono tutti gli allenatori, sicuramente è più faticoso: il mio ruolo è più manageriale che tecnico“.

Il capitano è tornato sulla sconfitta contro il Canada a Bologna, che ha rischiato di compromettere la qualificazione alle Finals di Malaga: “Arnaldi era quello era arrivato per ultimo, veniva da sette settimane di fila di gare e aveva bisogno di due giorni di rifiatare ed è quello che ha fatto più fatica ad adattarsi a quella superficie, non aveva praticamente esperienza indoor. Più passavano i giorni e più si trovava meglio ed ecco le scelte successive. Musetti è un grande giocatore, sta attraversando un periodo difficile ma non dimentichiamoci che è un grande giocatore e può giocare bene anche su una superfice veloce indoor, poi ovvio che si senta più comodo sulla terra. L’idea di fare giocare Arnaldi in doppio? Non è il miglior doppista che abbiamo, nella mia testa serviva che Sonego giocasse con Jarry e Arnaldi giocasse da due“.

Perché la scelta di chiamare Simone Bolelli e non Andrea Vavassori per Malaga?Andrea non ha ancora potuto esordire e non è che c’è un girone dove puoi recuperare. In quelle partite lì serve più di tutto l’esperienza, il sapere gestire quelle situazioni. Andrea avrà tempo per gestire quelle situazioni, ma non in una fase a eliminazione diretta dove se perdi il doppio vai a casa“. L’Italia incrocerà l’Olanda ai quarti di finale: “Gli olandesi sono tosti, sono una squadra compatta, hanno un buon doppio e mi aspetto che Middelkoop ne faccia parte. Griekspoor è numero 21 e non ci arriva a caso, van de Zandschulp si sta riprendendo. A me piace guardare a noi e questo mi rassicura perché ho giocatori forti, veri, che stanno facendo squadra. Guardo il cammino degli ultimi anni: un quarto di finale senza Matteo, una semifinale senza Matteo e Jannik: io ho avuto la squadra completa forse due volte su tredici, per me è già tanta roba e vediamo questa volta cosa succede“. Di seguito il VIDEO dell’intervista integrale a Filippo Volandri.

VIDEO INTERVISTA FILIPPO VOLANDRI

Foto: Lapresse

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