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America’s Cup, come funziona lo spionaggio? Il programma Recon e come vengono seguite le barche: Luna Rossa spiega
Lo spionaggio è sempre stato una parte integrante della America’s Cup, la competizione sportiva più antica al mondo. Gli intrighi dietro le quinte, i tentativi di carpire i segreti degli avversari, fotografie rubate, telescopi e minisottomarini: si è visto di tutto in oltre un secolo e mezzo di una manifestazione che porta con sè un certo alone di mito e romanticismo, mai ingiallito nonostante il passare del tempo. Sembra però finire in soffitta questa parte indubbiamente affascinante e caratteristica della Coppa America, visto che il desiderio di una maggiore trasparenza ha portato alla creazione del cosiddetto programma Recon, che è stato introdotto in vista della prossima edizione, in programma tra agosto e ottobre 2024 nelle acque di Barcellona.
Team New Zealand, detentore della Vecchia Brocca, ha voluto questo protocollo per fare in modo che i team partecipanti condividano tutti le stesse informazioni sugli sviluppi delle imbarcazioni e che siano anche monitorati rispetto alle giornate effettive di navigazione. Matteo Plazzi, Rules Advisor e responsabile Recon di Luna Rossa, ha spiegato i dettagli: “Il programma Recon fa sì che quelle informazioni che un tempo venivano rubate dai singoli team, vengano oggi raccolte all’interno del team stesso e condivise su una piattaforma – accessibile a tutti i partecipanti alla Coppa America (e a selezionati media) – su cui vengono caricati report tecnici, foto e video riguardanti gli sviluppi delle barche. Il regolamento prevede un Panel (Recon Management Panel), costituito da un rappresentante per ogni sindacato di Coppa, che gestisce e coordina il programma, scegliendo contemporaneamente le spie“.
Entrando più nel dettaglio, a ogni team vengono assegnate due persone, ovvero un fotografo e un boat driver, che seguono tutte le giornate di allenamento, fanno dei report dettagliati con video e foto e poi mettono questo materiale a disposizione degli altri. I team non possono uscire in mare o fare cambiamenti radicali all’imbarcazione senza avvisare questi recon. Le spie devono però rispettare regole ben precise “per motivi di sicurezza e per garantire uniformità nelle informazioni condivise“.
L’hangar non è accessibile e quando la barca esce può essere fotografata soltanto dai “Recon square”, due rettangoli disegnati per terra che si trovano a 25 metri dal punto di posizionamento dell’albero. Quando lo scafo è in mare, invece, le spie lo seguono su un gommone ma “non devono in alcun modo intralciare le manovre e dal momento che non possono comunicare con l’equipaggio e quindi sapere come e dove si sposterà la barca, devono starle sempre dietro. Vietati categoricamente incroci o manovre che possono mettere in pericolo la loro e la nostra sicurezza“.
Plazzi ha anche analizzato pro e contro di questa situazione: “Sapere e vedere quello che fanno gli altri è sempre utile, perché l’idea buona può venire a tutti, anche agli avversari, quindi ieri come oggi avere informazioni sulle altre barche aiuta, ma è anche importante non lasciarsi distrarre da questa montagna di informazioni e rimanere concentrati sul proprio progetto“.
Foto: America’s Cup