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Atletica, e se il pericolo per l’Italia verso le Olimpiadi di Parigi fossero…gli Europei?

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Gianmarco Tamberi

La “nouvelle vague” dell’atletica italiana che ha riportato il movimento azzurro ai fasti (se guardiamo Tokyo anche qualcosa di più) degli anni d’oro di questa disciplina sembra aver imparato a programmare al meglio la preparazione per fare in modo di far arrivare gli atleti di punta al meglio nei momenti che contano veramente della stagione. Dopo annate in cui anche gli atleti di punta ottenevano risultati promettenti magari ad inizio stagione, senza poi ripetersi quando in palio c’erano medaglie e titoli, negli ultimi anni, dopo Doha 2019, difficilmente l’Italia ha fallito l’appuntamento con i grandi eventi, riuscendo sempre ad ottenere risultati di squadra soddisfacenti e spesso addirittura al di sopra delle attese, basti pensare all’ultimo Mondiale di Budapest con gli azzurri protagonisti non solo sul podio ma con tanti posti in finale.

Il 2024 è l’anno olimpico con i Giochi che si disputano a due passi da casa, a Parigi, nella magnificenza dello Stade de France sono l’appuntamento clou della stagione senza ombra di dubbio. A tre anni dai Giochi che hanno regalato cinque medaglie d’oro pesantissime alla spedizione azzurra, l’Italia sarà chiamata se non a ripetersi perchè cinque ori nella stessa edizione sarà veramente difficile riconquistarli ma quantomeno ad avvicinarsi a quel bottino in termini di medaglie. Le eccellenze non mancano, i candidati ci sono, basti pensare al Mondiale di Budapest e dunque quello deve essere l’obiettivo principale della stagione.

Il dolce inghippo per la squadra italiana sta nel fatto che l’Italia, esattamente 50 anni dopo l’ultima edizione disputata in casa della rassegna continentale (Ro ma 1974) dal 7 al 12 giugno ospiterà i campionati Europei di atletica leggera, sempre all’Olimpico di Roma. Una manifestazione che l’anno olimpico spesso lascia il tempo che trova, che presenta un programma non del tutto completo di gare, che è spesso snobbata dai big ma che gli italiani, essendo davanti al pubblico amico e con una vetrina mediatica non indifferente, saranno in qualche modo obbligati ad onorare nel migliore dei modi.

Qui si apre il dibattito: può una gara fatta al 100% o giù di lì, preparata con una finalizzazione particolare, a inizio giugno, pregiudicare l’andamento della bara più importante in programma un mese e mezzo più tardi? Ci sarà (o forse c’è già stato) lavoro per i preparatori atletici che cercheranno di dosare i carichi di lavoro in modo da dare la possibilità agli atleti azzurri di ben figurare all’Europeo in casa e di riuscire a dare il massimo per l’appuntamento clou di Parigi. Di sicuro una preparazione mirata ad un solo grande appuntamento avrebbe risolto tanti problemi ma l’atletica azzurra è attesa da un altro esame di maturità importante, quello di riuscire ad essere protagonista in entrambe le kermesse.

Chiaro che ci saranno diverse fasce di atleti: quelli che ai Giochi potranno puntare alla medaglia o comunque essere competitivi ai massimi livelli che potrebbero anche non farsi trovare prontissimi a Roma e starà nel pubblico magari cercare di essere comprensivo in caso di qualche contro-prestazione dei big azzurri all’Europeo, mentre gli atleti di seconda o terza fascia potrebbero azzardare, provando ad essere al massimo all’Europeo per prendersi qualche grossa soddisfazione in casa e poi tentare comunque di ritrovare il picco della condizione (non senza la possibilità che questo non arrivi) per Parigi, dove magari l’obiettivo massimo potrebbe essere un posto in finale (si parla di Giochi olimpici e dunque giù il cappello per chi riuscirà ad arrivarci) o in semifinale.

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