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Atletica, Roberto Rigali argento con la 4×100: “Vi racconto il segreto della svolta. Accolto come Valentino Rossi”
Roberto Rigali è stato il nome nuovo della staffetta veloce e ha contribuito alla medaglia d’argento conquistata dall’Italia ai Mondiali di Budapest. La 4×100 tricolore è salita sul podio nella capitale ungherese, inchinandosi soltanto al cospetto degli USA e firmando una delle imprese più belle di questa annata agonistica. L’azzurro è entrato in una nuova dimensione proprio nel 2023 e ne ha parlato ad AtleticaTalk, la trasmissione del canale federale: “Il segreto della svolta? Ho aumentato gli allenamenti, ho cominciato a seguire una dieta più seriamente: mi sono detto ‘questi sono gli ultimi anni che ho a disposizione come atleta’. Me n’ero dati uno, due, era impossibile pensare a un futuro senza un gruppo sportivo alle spalle. E poi c’è stata Budapest…“.
Roberto Rigali è tornato anche sulle Olimpiadi di Tokyo 2020, dove la 4×100 si tinse d’oro: “Non me la sono sentita di vedere la finale della 4×100 l’ho solamente sentita in radio. Ero molto felice per i compagni, ma dall’altra parte mi dicevo che ci sarei potuto essere io, in quella staffetta. E invece ero a casa con problemi alle ginocchia”.
L’azzurro è tornato a correre veloce nel 2023 con un 6.62 sui 60 metri e un 10.25 sui 100 metri: “Non ho sentito il peso di entrare nella staffetta oro olimpico, avevo una voglia matta di correre, perché dal 2018 non avevo mai trovato spazio. Mi fidavo dei miei compagni, e sul podio, a fianco a Lyles e altri campioni, finalmente ho detto ‘ci sono anch’io’. Dopo i Mondiali siamo andati in vacanza insieme in Sardegna, con Tortu e Patta: ci divertiamo un sacco, siamo sullo stesso livello di ‘stupidità’ quando si può scherzare, e di serietà quando c’è da concentrarsi al campo. Anche perché con tutti i raduni che facciamo, se ci stiamo sulle scatole diventa difficile…“.
Roberto Rigali ha poi ricevuto un’accoglienza regale quando è tornato nel suo paese (a Borno, in Val Camonica): “Guardavo sempre le feste per Valentino Rossi a Tavullia e pensavo che un giorno l’avrei voluta anch’io. Così è stato. Ora voglio riconfermare il mio posto in squadra: qui il più ‘scarso’ corre in 10.20. Siamo in tanti e bisogna essere al top. Sempre”.
Foto: Colombo/FIDAL