Tennis
Barazzutti: “Vedo più Sinner di Alcaraz come antagonista di Djokovic. Musetti da top10: faremo un percorso”
Una nuova avventura. Corrado Barazzutti, ex tennista di alto livello ed ex capitano di Coppa Davis e di Fed Cup, avrà un ruolo attivo dall’anno prossimo nel circuito ATP. Il riferimento è al suo impegno nel team di Lorenzo Musetti. Barazzutti, infatti, coadiuverà Simone Tartarini nel ruolo di “super coach”, se così lo vogliamo definire.
Il desiderio è quello di dare supporto a un tennista, dalle grandi qualità, che però ha bisogno di compiere una serie di step per ambire ai traguardi che si è prefissato. Ne abbiamo parlato con il coach nostrano, disquisendo inoltre di alcuni temi d’attualità che hanno attirato la sua attenzione.
Barazzutti, grazie di aver accettato l’invito ai microfoni di OA Sport. Partiamo dall’analisi di chi, più degli altri, ha fatto breccia nel cuore degli italiani ultimamente, ossia Jannik Sinner. Nell’ultima chiacchierata avuta con lei aveva parlato di un tennista dalle grandi potenzialità, ma il cui difetto era quello delle pause, soprattutto nei momenti decisivi. Possiamo dire che queste problematiche siano quasi sparite negli ultimi mesi?
“Indubbiamente negli ultimi 3-4 mesi Jannik ha fatto degli step in avanti dal punto di vista della continuità di gioco importanti. Le pause, che lei giustamente ha ricordato, sono inesistenti e io credo che il suo modo di giocare sia assai confortato dal suo servizio. In questo fondamentale è molto cresciuto e l’aumento considerevole delle percentuali di prime in campo lo sta a dimostrare“.
Può chiarirci meglio questo aspetto?
“Sinner aveva già fatto vedere ottime cose alla battuta, anche se tanti hanno puntato il dito, a mio avviso, ingiustamente. La velocità e la potenza c’erano, ma mancava la precisione e qualche variazione. Devo dire che, soprattutto dalla vittoria in Cina, c’è stato questo cambio di passo e il fatto di ottenere spesso punti “facili” che l’hanno tolto da situazioni difficili è stato un aspetto fondamentale“.
Ritiene quindi che con questo livello di gioco Sinner possa ambire alla vetta della classifica mondiale?
“Assolutamente sì. Nel suo tennis ci sono molte più soluzioni rispetto al passato, viene più a rete, fa anche qualche smorzata, ma la cosa essenziale è la continuità. Non è che lui debba giocare come Stefan Edberg o Pete Sampras per intenderci, ma avere quella costanza che gli ha permesso di battere tre volte Medvedev negli ultimi tre match e di sconfiggere Djokovic due volte negli ultimi tre incontri disputati“.
A questo proposito, ritiene che quella vittoria in Coppa Davis, con tre match-point consecutivi annullati, sia la riprova del campione che è Sinner e possa essere un passaggio di consegne?
“Passaggio di consegne non saprei, ma che Sinner abbia chance di battere Djokovic assolutamente sì. Del resto, non è accaduto solo a Malaga, ma anche a Torino. In sostanza, non è che Nole quando gioca contro Jannik la vittoria se la porti da casa, anche perché quanto accaduto in Spagna è un ko molto pesante per la fiducia del serbo. Sinceramente io nel 2024 vedo più il nostro giocatore che Alcaraz come il rivale vero per Djokovic“.
Anche Patrick Mouratoglou è della sua stessa idea, perché è convinto di questo?
“Non mi sono piaciuti gli ultimi mesi di Alcaraz e il modo in cui abbia perso alcune partite importanti contro Medvedev a New York e contro Sinner a Pechino. Alcuni set lasciati andare così, andando giù di testa, mi fanno un po’ dubitare di lui, parlando comunque sempre di un tennista eccellente, che nella prima parte del 2023 ha ottenuto risultati straordinari, battendo Djokovic a Wimbledon. Tuttavia, se lo valuto sulla base di quanto accaduto negli ultimi mesi, Jannik è il n.2 come livello di gioco, poi vedremo in Australia dove tutti partiranno alla pari come risorse a loro a disposizione dal punto di vista fisico. A questo proposito, terrei d’occhio Rune che ha un grande potenziale e avere uno come Becker nel suo angolo gli sarà molto d’aiuto“.
A proposito di aiuto e di supporto, sappiamo del suo nuovo ruolo nella squadra di Lorenzo Musetti. Ce lo può spiegare meglio nei dettagli e come si articolerà?
“Sarò al fianco di Tartarini per 15 settimane e coprirò i tornei in Europa. In questi giorni sono a Montecarlo e lavorerò con Lorenzo e sono convinto che lui possa ambire alla top-10. Ho letto di stagione fallimentare per quanto lo riguarda, non sono affatto d’accordo. Ha avuto alti e bassi ed è proprio su questo aspetto che lavoreremo”.
Quale sarà il vostro programma di lavoro?
“Dobbiamo seguire un percorso, da questo punto di vista, simile a quello fatto da Sinner, ovvero trovare costanza nel suo gioco sia dal punto di vista tecnico che da quello mentale, essendo i due ambiti legati. Musetti vale i primi 10 giocatori del mondo e la preparazione sarà orientata proprio a minimizzare quelle pause, che anche per il suo carattere, ha“.
Sa che si parla di tennis difficile da mettere a punto su Musetti. Cosa ne pensa?
“Guardi, credo che sia una questione mentale. La differenza tra un campione e un ottimo giocatore la si vede dalla capacità di vincere le partite anche quando non si è al meglio. Lui su questo aspetto deve focalizzarsi, è giovane e ha le possibilità per farlo, ne sono convinto“.
Foto: LiveMedia/Matthieu Mirville/DPPI