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Biathlon, l’Italia maschile di fronte al suo incubo più spaventoso. Hochfilzen è stregata per gli azzurri

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Lukas Hofer

Questa settimana la Coppa del Mondo di biathlon farà tappa a Hochfilzen, in Tirolo. Non siamo lontani dal nostro Paese. In termini di viaggio autostradale, Vipiteno e San Candido distano meno di tre ore. Se ragioniamo in linea d’aria, il confine italiano sarà a una sessantina di chilometri. Eppure, la località situata nel distretto di Kitzbühel è un contesto storicamente ostile al movimento azzurro, almeno se si guarda all’ambito maschile.

Il poligono e le piste austriache hanno fatto la loro comparsa in calendario già a fine anni ’70, diventando poi presenza fissa a inizio anni ’90. Parliamo di uno degli impianti dove si è gareggiato di più, anche in virtù dei recuperi succedutisi nel corso dei decenni. A oggi, se ci riferiamo agli uomini, si contano 97 gare di primo livello tra competizioni individuali e a squadre. Questo significa che con la staffetta di domenica 10 dicembre si toccherà la fatidica quota 100.

Ebbene, il dato eclatante relativo a Hochfilzen è la sua malevolenza nei confronti degli italiani dotati di cromosoma Y. Fra le donne, dal 2015 in poi, in chiave tricolore le soddisfazioni non sono mancate (citofonare casa Wierer, Oberhofer e Runggaldier per avere delucidazioni al riguardo). Viceversa, tra i maschi, le nevi tirolesi hanno restituito solo “lacrime e sangue”.

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Su 97 appuntamenti di primo livello tenutisi dal marzo 1978 al dicembre 2022 si conta un unico podio azzurro, giunto peraltro in tempi andati. Chi avrebbe mai immaginato che il 3° posto di Johann Passler nell’individuale del 17 dicembre 1987 sarebbe stato un risultato mai più ripetuto per almeno 36 anni? Giusto per dare l’idea della situazione, basti pensare che il decano della squadra, Lukas Hofer, è venuto al mondo il 30 settembre 1989!

Il navigato altoatesino, cimentatosi in 29 eventi a Hochfilzen, ha fatto breccia nella top-ten quattro volte, issandosi al massimo alla quinta posizione. La nuova punta di diamante del settore maschile, Tommaso Giacomel, dal canto suo ha già all’attivo un sesto posto, ma di podio (ancora) non se ne parla.

Come detto, ci avviciniamo a una pietra miliare significativa per l’impianto austriaco, quella delle 100 gare di primo livello riservate agli uomini. La domanda è se si arriverà alla triplice cifra con un solo podio italiano all’attivo, oppure qualche ragazzo vestito di una tuta (idealmente) tricolore sarà in grado di domare la Schwarzes Biest di un intero movimento.

Foto: Federico Angiolini

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